La Lombardia ha tremato, questa mattina, alle ore 9.05. La scossa di terremoto, il cui epicentro è stato registrato in provincia di Parma con una magnitudo oscillante tra i 4.9 e i 5.1 gradi della scala Richter, è stata avvertita distintamente da chi si trovava in abitazioni e uffici, ma anche da chi era per strada. Un movimento ondulatorio, con scrivanie e lampade che si muovevano, molta paura. Immediatamente è scattato, in diversi casi, il piano di evacuazione previsto per episodi del genere. Naturalmente, molta gente è uscita per le strade di propria spontanea volontà, preoccupata da quanto stava succedendo. A Pavia, si sono registrate alcune situazioni allarmanti: diversi gli uffici evacuati, così come le scuole. Ma non solo, anche a Milano in via cautelativa sono scattati i piani di evacuazione in diversi edifici, soprattutto quelli superiori ai cinque piani. «Erano circa le 9.15, quando nel mio ufficio, situato al settimo piano, abbiamo sentito tremare le nostre sedie e scrivanie», racconta, raggiunta da ilSussidiario.net, una persona delle tante persone che è stata fatta evacuare in seguito alla scossa. Si tratta di una ragazza, Clelia, che, assieme ai propri colleghi, ha dovuto abbandonare l’edificio in cui stava lavorando, in una zona centrale di Milano. «Una volta realizzato che si trattava effettivamente di una scossa sismica – prosegue la testimonianza -, ci siamo immediatamente alzati e recati in corridoio». Il sisma, come è ormai noto, è durato 10 secondi: «non appena abbiamo abbandonato gli uffici, la scossa è cessata. Siamo rientrati, ma è immediatamente scattato l’allarme in tutto il palazzo». Al momento della “fuga”, non era possibile capire se l’edificio rischiasse effettivamente di subire danni, determinando situazioni di reale pericolo: «In quel momento non lo sapevamo. Il responsabile della sicurezza del nostro piano ha ordinato l’evacuazione immediata. Per cui, più o meno ordinatamente, abbiamo iniziato la discesa dalle scale di sicurezza». Una volta avuto modo di fare le dovute perizie, si è accertato lo stato dell’arte: «Mentre noi eravamo fuori, addetti alla sicurezza, con rilevatori, hanno controllato che non ci fossero crepe che potessero danneggiare pericolosamente l’edificio. Constatato che il palazzo era sicuro, man mano siamo rientrati. Siamo stati fuori per circa una mezz’ora».
Per arrivare in strada, c’è voluta un’eternità: «Ci abbiamo messo circa quattro minuti, scendendo piuttosto velocemente; anche i dipendenti dei piani più bassi, tuttavia, stavano evacuando. Per cui la cosa ci ha rallentato. Usciti dall’edificio il personale di ogni piano si è radunato al proprio punto di raccolta ed è stato fatto l’appello». Una brutta avventura, conclusa solo con un po’ di spavento, e che Clelia potrà quindi raccontare alla nipotina Francesca come una storia fuori dall’ordinario, ma a lieto fine. Anche a Biassono, nel milanese, si è proceduto all’evacuazione dei circa trecento bambini di una scuola elementare. Nella capitale lombarda, alcune scuole sono state chiuse: quella di piazza Sicilia, in piazza Vetra e quella in piazza Borromeo. Sono in corso, nel frattempo, le verifiche sulle strutture per capire se ci siano stati danni. Chiusa anche la scuola del corpo di polizia di via Boeri, anche in questo caso in attesa di verificare eventuali danni. Il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, ha fatto sapere, attraverso la propria pagina di Facebook, che dopo la scossa avvertita questa mattina «tutti gli uffici tecnici dell’Edilizia scolastica e del settore Educazione del Comune di Milano sono stati attivati. I dirigenti scolastici sono stati allertati, con l’indicazione di seguire le procedure che prevedono, come primo punto, la messa in sicurezza dei bambini. Per questo, dove lo si è ritenuto opportuno, alcuni istituti sono stati evacuati temporaneamente e a scopo precauzionale. Già in queste primissime ore, tutte le scuole, oltre 400 istituti, sono oggetto di sopralluogo da parte dei tecnici comunali e dei Vigili del Fuoco, in stretta collaborazione con l’assessorato ai Lavori pubblici e con la Protezione civile».
Il primo cittadino ha, inoltre, spiegato che ci sono tre casi dove «si è reso necessario un approfondimento. In una scuola per l’infanzia di via Affori una classe è stata spostata in un’altra aula; i bambini della materna di via Ariberto sono stati trasferiti nella struttura di via San Calocero, mentre gli alunni delle elementari di via Ariberto sono all’esterno in attesa che vengano completate le verifiche; in una materna di via Bergognone i bambini sono raccolti al piano terra, mentre sono in corso i controlli negli altri piani». Molte naturalmente le chiamate al 118, ma non c’è stato bisogno di alcun intervento particolarmente urgente; solo uno per una donna cardiopatica che ha avuto qualche leggero problema. In tutto, nella città di Milano sarebbero stati effettuati una ventina di interventi da parte delle autorità per verificare possibili danni. Si registra, infine, qualche scuola evacuata anche a Monza.