C’è chi a Carnevale, invece di belle donne seminude, maschere allegoriche, carri faraonici che prendono in giro i potenti di turino, sfila con il Bambin Gesù e fa un pellegrinaggio. Sette immagini del cosiddetto Niños Carnavaleros, il Bambino carnevalesco, scolpite in legno e decorate con abiti e colori, vengono portate fino a un santuario, quello del Cristo de Consuelo, dove si tiene una cerimonia religiosa, di regola la liturgia perché tale evento si tiene la domenica di carnevale. Siamo a Guayaquil, cittadina dell’Ecuador, dove da 51 anni si ripete questo evento, da quando l’immagine di un Bambino Dio di una città dell’est venne portato qui da uno dei figli della signora María Basurto Zambrano, di 86 anni. E’ nato così un diverso tipo di carnevale, che non rinuncia a musiche e danze popolari, ma è dedicato interamente al figlio di Dio invece che alle usuali maschere o alle sfilate goliardiche che si tengono in tutto il mondo.
Non è il solo caso de genere: in un’altra città dell’Ecuador, Macachi, si tiene invece il Cascaronazo Carnavalero, dove qui si porta in sfilata una immagine del Bambin Gesù di Praga, a cui si chiede benedizione per semina e raccolti favorevoli. Un modo per ringraziare il Bambin Gesù per le grazie ricevute e pregarlo per intenzioni future, in una atmosfera di grande festa. Praga, Ecuador, Europa e SudAmerica: tradizioni ma soprattutto fede che si mischiano gioiosamente. Chissà se qualche città europea avrà il coraggio di imitare queste tradizioni. Difficile, visto che qua da noi la fede è quasi scomparsa, ma non in Sudamerica, non a caso patria del grande papa Bergoglio che questo modo di vivere la fede sta cercando di trasmetterci andando contro tanta ostilità di molti cattolici.