È di qualche giorno fa la notizia che Michele Misseri, condannato ad 8 anni di reclusione per soppressione di cadavere e inquinamento delle prove nell’ambito del processo per l’omicidio di Sarah Scazzi, la ragazzina di Avetrana che secondo i giudici della Cassazione sarebbe stata uccisa dalla zia Cosima Serrano e dalla cugina Sabrina Misseri, è stato trasferito dal carcere “Carmelo Magli” di Taranto alla Casa Circondariale di Borgo San Nicola a Lecce. Poco prima di essere tratto in arresto dalla sua abitazione di via Grazia Deledda, “zio Michele” si era reso protagonista di un altro fatto inquietante, in linea con il suo profilo. Come confessato a Quarto Grado, infatti, Misseri, convinto di essere lui il vero colpevole dell’uccisione della nipote, aveva adattato la propria abitazione ad una cella, per auto-infliggersi una punizione. Nell’istituto carcerario, come riportato da La Gazzetta del Mezzogiorno, Misseri condivide la propria cella con un altro detenuto, anch’egli di provenienza pugliese.
Con la sentenza della Corte di Cassazione che si è espressa sul delitto di Sarah Scazzi il 20 febbraio scorso, a sette anni dall’uccisione della 15enne di Avetrana, era arrivata la conferma della condanna all’ergastolo a carico di Sabrina Misseri e Cosima Serrano. Mamma e figlia, rispettivamente cugina e zia della vittima, erano già state condannate al massimo della pena per il delitto della ragazzina nei precedenti gradi di giudizio. Dopo l’ultima sentenza da parte dei giudici della Suprema Corte, era giunta anche la condanna a carico di Michele Misseri, zio di Sarah Scazzi, accusato di soppressione di cadavere e inquinamento delle prove. L’uomo, in tutti questi anni aveva fornito diverse versioni, fino all’ultima – e a quanto pare definitiva – in merito alla quale aveva continuato a sostenere con forza la sua totale colpevolezza, autoaccusandosi dell’omicidio della ragazzina e scagionando le due donne della sua famiglia, ritenute dallo stesso “innocenti”. All’indomani della sentenza della Cassazione, erano giunte anche le lacrime di disperazione di Sabrina e Cosima, soprattutto in vista del possibile trasferimento delle due donne presso altro penitenziario, il che avrebbe significato la loro separazione, dopo diversi anni vissuti nella medesima cella. Per quanto riguarda Michele Misseri, al momento del suo arresto avvenuto insieme a quello del fratello Carmine (accusato di concorso in soppressione di cadavere e condannato a 4 anni e 11 mesi), quest’ultimo aveva chiesto esplicitamente alle guardie di non fargli neppure incontrare Michele minacciando: “Altrimenti lo ammazzo”. Il clima di tensione tra i due fratelli, tuttavia, sembrerebbe ora definitivamente scampato anche in seguito al recente trasferimento di “Zio Michele” presso un altro penitenziario. E’ lui il primo ad essere stato spostato nel vicino carcere di Lecce, dopo essere stato inizialmente rinchiuso nel penitenziario “Carmelo Magli” di Taranto. Nel Casa circondariale di Borgo San Nicola, nel capoluogo salentino, come riporta Corriere del Mezzogiorno nella sua edizione online, Misseri finirà di scontare la pena di otto anni per aver soppresso il cadavere della nipote Sarah Scazzi. Da ciò che si apprende, Michele Misseri è detenuto attualmente nella cella di una delle tre sezioni protette del carcere leccese insieme ad un altro detenuto, anche lui pugliese. L’uomo è sottoposto a trattamento ordinario e gode del regime di socialità, ovvero può spostarsi e passeggiare. Stando alle ultime indiscrezioni sarebbe in condizioni tranquille e godrebbe di buona salute. L’uomo lascia nel carcere di Taranto la moglie Cosima Serrano e la figlia Sabrina, entrambe condannate all’ergastolo in quanto ritenute in tutti e tre i gradi di giudizio le esecutrici materiali dell’omicidio di Sarah Scazzi.