Firenze è stata attraversata da un lungo corteo contro il razzismo e per rendere omaggio alle vittime della strage causata da Gianluca Casseri, estremista di destra che, armato di una pistola Magnum 357, ha ucciso Modou Samb e Mor Diop. Ventimila persone si sono date appuntamento alle 15 in Piazza Dalmazia. Sul luogo della strage, sono stati lasciati bigliettini, disegni di bambini, stelle di natale e altri messaggi. Molti islamici, con i loro tappetini, si sono messi a pregare e a legger il corano. Il corteo si è snodato lungo la città sino ad arrivare, alle 18.30, in piazza Santa Maria Novella. Al corteo hanno partecipato il sindaco della Città, Matteo Renzi, il leader di Sel, Nichi Vendola, Rosy Bindi, il segretario di Rifondazione Comunista, Paolo Ferrero, e il leader del Pd Pier Luigi Bersani. Quest’ultimo, dopo 20 minuti è fuoriuscito dal corteo per rientrarvi dopo circa un’ora. Pape Diaw, portavoce della comunità senegalese, mentre i connazionali intonavano un canto religioso in memoria delle vittime dell’estremista, ha detto: «Da oggi niente sarà più come ieri».
Su un cartello, accanto alla foto di Modou, c’era quella delle moglie e della figlia di 13 anni, con la scritta: «Tredici anni senza vedere la sua famiglia e il suo sogno si è fermato il 13 dicembre». Un suo amico, commosso, ha spiegato che non ha mai potuto vedere la sua bambina. Oltre che a Firenze, in Italia ci sono state,contestualmente, altre manifestazioni. A Milano, in particolare, il corteo, benché sia partito in maniera pacifica, ben presto è degradato. Un gruppo di giovani africani, infatti, si è messo alla testa della manifestazioni, urlando verso poliziotti e carabinieri razzisti. Al corteo di Napoli, al quale ha partecipato anche il sindaco Luigi De Magistris, si è concluso con la promessa di quest’ultimo: «Chiameremo a raccolta tutte le comunità della regione perché i rifugiati possano ottenere il permesso di soggiorno per motivi umanitari e per trovare soluzioni alle problematiche delle diverse comunità».