E’ già tornato in libertà Serif Seferovic, il 20enne rom fermato nei giorni scorsi dopo essere stato individuato e bloccato a Torino, accusato di essere il responsabile del rovinoso incendio al camper rom in zona Roma Centocelle nel quale sono morte le tre sorelline Halilovich, vittime delle fiamme. A darne notizia è stato il quotidiano online Il Giornale, riportando le motivazioni del gip di Torino, Alessandra Danieli, che ha provveduto alla convalida del fermo di polizia ma non ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare come avanzato dal pm di Roma, disponendo così la scarcerazione del ragazzo. Una decisione presa dal giudice per “mancanza di gravi indizi di colpevolezza” a carico di Serif Seferovic. Il 20enne è stato sottoposto ad interrogatorio nella mattina di ieri ed al giudice ha asserito di non essere presente sul luogo dell’incendio la sera dello scorso 10 maggio, quando le sorelle Elisabeth, Francesca e Angelica Halilovic, rispettivamente di 20, 8 e 4 anni morirono bruciate vive dalle fiamme del rogo nel camper. Al gip il 20enne rom aveva ammesso: “Non c’entro nulla, quella notte non ero lì, ero lontano assieme alla mia famiglia”. Quella notte, secondo il suo racconto, si trovava insieme alla sua famiglia nell’area di sosta a Prati Fiscali.
Il fermo era avvenuto lo scorso giovedì a Torino, incastrato grazie ai movimenti della sua compagna. A convincere gli inquirenti della sua colpevolezza nel caso sarebbero state le immagini delle telecamere di videosorveglianza in base alle quali, ad appiccare l’incendio al camper rom sarebbe stato proprio il giovane Seferovic. A confermare ulteriormente i sospetti della procura romana anche il fatto che da tempo, tra la famiglia delle vittime e quella del ragazzo ora tornato in libertà, vi erano delle liti in corso e contrasti molto forti. Per il 20enne, quello appena avvenuto rappresenta il secondo episodio di scarcerazione nel giro di pochi mesi. Il rom infatti, lo scorso dicembre era stato nuovamente arrestato per un altro fatto di cronaca, ovvero per lo scippo alla studentessa cinese, Zhang Yao, morta in quanto travolta da un treno in corsa proprio mentre tentava di inseguire i suoi scippatori. In quella circostanza Seferovic era stato condannato a 2 anni di reclusione ma non scontò la sua pena in quanto incensurato.