Ieri, sabato 6 dicembre 2014, il cardinale francese Philippe Barbarin è arrivato in Iraq, a Erbil, insieme ad una delegazione di cento volontari accompagnatori, per il secondo incontro con la diocesi di Mosul, con cui quella di Lione ha fatto un gemellaggio dal luglio di quest’estate. Lo scopo della visita, che durerà 48 ore circa, è la vicinanza nella preghiera a tutti i cristiani iracheni che vivono in quel luogo e che sono di fronte a difficoltà estreme. Insieme al cardinale Barbarin ha viaggiato anche il messaggio di Papa Francesco per le popolazioni che vivono in quei territori. “Vorrei essere lì, con voi” ha esordito il Pontefice, affermando che avrebbe voluto essere proprio in Iraq ma, vista l’impossibilità a viaggiare, ha dovuto scegliere un altro modo di comunicare con i fedeli. “Vi sono vicino in questi momenti di prova” ha continuato poi Papa Francesco, ricordando anche quello che già aveva detto in ritorno dal viaggio in Turchia, e cioè che i cristiani sono cacciati via con sofferenza dal Medio Oriente e che la loro testimonianza è importantissima. “Vi ringrazio della testimonianza che voi date; c’è tanta sofferenza nella vostra testimonianza. Grazie. Grazie tante. Sembra che lì non vogliano che ci siano i cristiani ma voi date testimonianza di Cristo”. Il Pontefice ha ricordato anche un’altra minoranza religiosa che sta subendo le stesse indicibili violenze e persecuzioni, quella degli yazidi: “cristiani e yazidi sono stati cacciati con la forza dalle loro case, hanno dovuto abbandonare ogni cosa per salvare la propria vita e non rinnegare la fede. La violenza ha colpito anche edifici sacri, monumenti, simboli religiosi e i patrimoni culturali, quasi a voler cancellare ogni traccia, ogni memoria dell’altro”. E’ giunta poi l’esortazione di Papa Francesco a non restare immobili, ad agire contro tutto questo: “In qualità di capi religiosi, abbiamo l’obbligo di denunciare tutte le violezioni della dignità dei diritti umani”. Il Pontefice ha poi concluso mostrando l’immagine della Santa Teresina, che simboleggia la Chiesa che subisce le persecuzioni, ma si piega al vento come una canna senza però spezzarsi. Ecco la sua ultima preghiera per tutti i fedeli in Iraq, “Voi siete le canne di Dio oggi! Le canne che si abbassano con questo vento feroce, ma poi sorgeranno! Voglio ringraziare un’altra volta. Prego lo Spirito che fa nuove tutte le cose, di donare a ciascuno di voi forza e resistenza. E’ un dono dello spirito Santo.”
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