Il bilancio delle vittime della tragedia della Costa Concordia all’Isola del Giglio si aggrava ulteriormente: i sommozzatori della Guardia Costiera hanno infatti rinvenuto i corpi di altre cinque persone nella parte sommersa della nave, che si aggiungono così alle altre sei vittime registrate fino a questo pomeriggio. Ancora non si conoscono le generalità dei corpi ritrovati, mentre i dispersi, come ha spiegato anche il prefetto di Grosseto, Giuseppe Linardi, «potrebbero essere ventotto». il procuratore capo di Grosseto Verusio, intervenuto in radio riguardo il numero dei dispersi, ha spiegato che «Parlare di 15-20 dispersi forse è un numero abbastanza piccolo», aggiungendo che «le operazioni di salvataggio sono state confuse e concitate. Contare le oltre 4.000 persone tra passeggeri e membri dell’equipaggio una ad una non è un’operazione facile, ci possono essere persone che, arrivate a terra, hanno raggiunto le famiglie. Altre possono essere state raggiunte dai famigliari e non essere state censite». Nella giornata di domani, invece, esperti del dipartimento di medicina legale di Siena eseguiranno presso l’ospedale di Orbetello le autopsie su cinque delle sei persone che hanno perso la vita nella tragedia della nave Concordia. Adesso il comandante Francesco Schettino, che oggi è stato ascoltato dalla Procura, rischia anche quindici anni di galera: su di lui pesano le gravi accuse di omicidio colposo plurimo, naufragio e abbandono di nave, e questo pomeriggio la moglie, il fratello e il cugino del comandante si trovavano fuori dall’Aula del giudice per le indagini preliminari in attesa dell’esito dell’udienza di convalida. E’ ancora alto il rischio ambientale, e il ministro Corrado Clini ha dichiarato che «lo stato di emergenza verrà dichiarato per consentire e attuare le misure necessarie in tempi rapidi, cioè corrispondenti alla sfida di evitare la dispersione in mare di oltre 2mila tonnellate di carburante stivate nei serbatoi. Abbiamo bisogno di procedere con urgenza, in tempo più brevi di quelli consentiti dalle procedure ordinarie».
A riguardo sembra la Francia, attraverso le parole del ministro dell’Ecologia Nathalie Kasciusko-Morizet, avrebbe proposto all’Italia la sua esperienza nel settore anti-inquinamento per evitare il disastro ambientale.