La riforma del lavoro spacca la maggioranza? Pierferdinando Casini lancia l’allarme, rivolgendosi ai due partiti che insieme al Terzo polo sostengono il governo di Mario Monti. La riforma del lavoro infatti ha provocato sembra più polemiche e dissensi che appoggio. Il Pd appare spaccato al suo interno, con il segretario Pierluigi Bersani allineato con la Cgil di Susanna Camusso nel voler rimettere mano all’articolo 18 e se possibile ripristinarlo come era prima. Anche dal Pdl si alzano voci di dissenso, per la ormai famigerata formula del “salvo intese” che secondo alcuni del Pdl rallenterebbe e metterebbe in dubbio la stessa riforma. Ieri poi il segretario Alfano ha parlato di governo indebolito e ha anche chiesto una nuova intesa politica. Il modo con cui viene gestita la riforma non piace al segretario del Pdl: avrebbe complicato la vita del governo. Polemica poi per quello che viene definito un diktat, le posizioni cioè di Camusso e Bersani. A questo punto Casini per conto del Terzo polo, gli unici che non hanno sollevato particolari questioni sulla riforma del lavoro, fa sentire la sua voce: si rischia la crisi di governo ha detto. “Siamo impegnati a fare gli sminatori perché c’è chi tira da una parte e chi tira dall’altra. Se si continua così il governo prima o poi entra in crisi sul serio e sarebbe un atto di irresponsabilità” ha detto. Oggi è intervenuta anche Rosy Bindi, presidente nazionale del Partito democratico dicendo anche lei che la riforma non può essere approvata così come è stata realizzata dall’esecutivo. E’ l’articolo 18 che non va bene: rischia di incidere profondamente sulla vita dei lavoratori, ha spiegato, in particolare modo per quelli vicini all’età pensionabile che si è pure allontanata per via della riforma pensionistica. Per Rosy Bindi la via ideale è quella del cosiddetto modello tedesco: “Penso che su questi punti si debba lavorare in Parlamento e dobbiamo farlo con tutte le forze politiche, con quelle che sostengono il governo ma anche con le altre”. Infine le ben noti posizioni dei due unici partiti all’opposizione e cioè Italia dei valori e Lega Nord. Per i primi questo governo fa solo gli interessi dei poteri forti e risponde ai banchieri europei e alla Bce. Questi, per l’Idv, sono pure responsabili dell’attuale crisi finanziaria. Bocciatura totale in definitiva della riforma per il partito di Antonio Di Pietro.
Secondo l’ex ministro Roberto Maroni invece questa riforma manda indietro di dieci anni le riforme che erano state fatte con Marco Biagi. Calderoli poi arriva a paragonare Mario Monti al comandante Schettino della Costa Concordia. Ci sta portando sugli scogli, ha detto. La modifica dell’articolo 18 poi è una iattura, ha detto ancora.