La presidente di Confindustria Emma Marcegaglia ha invitato a il governo a varare quanto prima le riforme necessarie per uscire dallo stallo e impedire che il lavoro decennale di centinaia di imprenditori vada perduto. Parlando a margine di un incontro in cui è stato firmato un contratto tra i produttori di macchine per ceramica e il packagin Acimac (Associazione dei Costruttori Italiani Macchine e Attrezzature per Ceramica) e UCIMA (Unione Costruttori Italiani Macchine Automatiche per il confezionamento e l’imballaggio) dove è stato deliberato l’avvio di un processo di integrazione dei servizi offerti alle aziende associate ha dettato l’agenda al governo, illustrando le riforme che vanno attuate al più presto: ovvero, quelle del fisco, delle pensioni, delle privatizzazioni e delle liberalizzazioni. Il capo degli industriali si è poi detta contraria ad una patrimoniale «spot», utile per ridurre il debito, di poco, nell’immediato, ma del tutto ininfluente sul lungo periodo. In particolare, secondo la Marcegaglia, il debito si abbatte unicamente nell’ambito di una riforma fiscale che lo riduca in maniera strutturale. Gli industriali si sono detti disponibili ad accettare una piccola patrimoniale unicamente in queste condizioni di prospettiva. La riforma delle pensioni, poi, va attuata per liberare risorse «da usare per ridurre il cuneo fiscale». Si tratta di riforme che, secondo la leader degli industriali non sono mai state fatte per distrazione e perché politicamente poco spendibili. Dopo la manovra «tutta tasse» che, «comunque andava fatta» è il momento di attuare provvedimenti che rilancino la crescita. «lo scenario italiano – ha continuato la Marcegaglia – è drammatico, la credibilità del Paese è minata: l’aumento dello spread è un problema che impatta drammaticamente nella vita di tutti noi. Bisogna recuperare una forte credibilità sui mercati e non solo». Riferendosi al G7, poi, si definita detta per nulla soddisfatta. In particolare la decisione di rimandare la sesta tranche di aiuti a da 8 miliardi per il salvataggio della Grecia, a condizione che rispetti alcune ulteriori clausole, rende la situazione ancora più preoccupante.
Non aiuta, infine, il fatto che la Merkel stia continuando a perdere le elezioni nei vari lander. Infine, ha aggiunto: «credo che l’euro sia un grande valore da salvaguardare» e ha concluso: «chiaramente all’interno di questo noi dobbiamo fare i nostri compiti a casa, perché continuiamo ad avere uno spread rispetto al bund molto alto, vicino a 400, maggiore a quello spagnolo, questo significa che siamo meno credibili rispetto alla Spagna».