«Se Silvio Berlusconi e Walter Veltroni si mettessero insieme, potrebbero forse essere in grado di salvare l’Italia»: così esordisce oggi un lungo articolo di analisi sulla campagna elettorale italiana del periodico statunitense Newsweek, che questa settimana torna a fare una copertina (con il titolo “Veltrusconi”) sulla situazione politica italiana intervistando anche entrambi i maggiori contendenti alle elezioni. «Se i candidati – scrive Newsweek – sono seriamente intenzionati a risolvere i problemi dell’Italia devono lasciare la porta spalancata alla possibilità di una “grande coalizione” una volta che i voti saranno contati».
Veltroni – E nella sua intervista, il leader del Pd apre alle grandi intese in caso di pareggio elettorale dicendo: «Se mi chiede se le prenderei ancora in considerazione, direi probabilmente». L’ex sindaco di Roma ha poi ricordato: «Quando il governo Prodi è caduto ho proposto a Berlusconi di formare un governo assieme, tutti insieme, per fare le riforme istituzionali e approvare una riforma elettorale. La destra, e nello specifico Berlusconi, si è opposta. Loro ne portano la responsabilità».
Queste dichiarazioni hanno naturalmente scatenato molte reazioni sulla possibilità di “un inciucio” con Berlusconi. Tanto che Veltroni stamattina ha dovuto correggere il tiro e spiegare il senso delle sue parole. «Non c’é nessuna possibilità che dopo il voto si crei un governo delle larghe intese», ha detto partecipando al D-day di Roma, «esiste la necessità di fare con le larghe intese le riforme istituzionali». Dunque chi vince le elezioni governerà, ma alcune cambiamenti importanti al corpo della Costituzione andranno fatti con ampio consenso: a questo servirebbero le larghe intese.
Per il resto, al Newsweek Veltroni ricorda che il suo primo impegno in caso di vittoria sarà in favore dei precari, senza dimenticare tutte le grandi riforme di cui il paese ha bisogno, trovandosi di fronte alla sua «ultima possibilità».
Berlusconi – Nella sua intervista, il leader del Pdl parla della difficile situazione economica che il nostro Paese (come l’Europa e gli Usa) sta attraversando, del problema di Alitalia (per cui auspica l’arrivo di una cordata italiana), promettendo di poter fare qualcosa se riuscirà ad avere un’ampia maggioranza sia alla Camera che al Senato.
Sul suo avversario dice: «È un grande affabulatore ma lo spettacolo che sta mettendo in scena è finito. Gli italiani hanno capito che in Italia ci sono due sinistre. Che la sinistra significa 67 nuove tasse, una pressione fiscale più alta, frontiere aperte con un crollo della sicurezza, la tragedia dei rifiuti di Napoli e lo stop dei lavori pubblici. Questi sono i fatti della sinistra. Poi ci sono le belle parole e le promesse e quella è la sinistra di Veltroni».
Delle larghe intese il Cavaliere non dice nulla al periodico americano. Ma questa mattina dalle pagine del Quotidiano Nazionale ribadisce la sua posizione già nota: «Niente larghe intese, niente grande coalizione, niente di niente. Chi prende più voti, e più seggi, ha il dovere di governare». Berlusconi fa poi sapere di avere in serbo un colpo come quello del 2006, quando all’ultimo “faccia a faccia” con Prodi propose l’abolizione dell’Ici. Ma per ora non vuole scoprire le carte: «Mi spiace, ma “wait and see”».