Ieri il presidente del consiglio parlando a un convengo dei Cristiano Riformisti aveva lanciato alcuni attacchi alla scuola pubblica, dicendo che non è in grado di educare bene. Aveva anche difeso la libertà delle famiglie di scegliere la scuola privata:.Oggi le repliche dell’opposizione. «La scuola pubblica è nel cuore degli italiani. Da Berlusconi arriva uno schiaffo inaccettabile» ha detto Pierluigi Bersani segretario del Pd. Il Pd ha anche chiestole dimissioni dle ministor Gelmini.
«Con richiami di sapore antico – afferma Bersani – Berlusconi se la prende con comunisti e gay, insultando così l’intelligenza e la coscienza civile del Paese. All’elenco, Berlusconi stavolta ha aggiunto gli insegnanti della scuola pubblica. Uno schiaffo inaccettabile a chi lavora con dedizione in condizioni rese sempre più difficili dal governo. La scuola pubblica è nel cuore degli italiani. È il luogo in cui l’Italia costruirà il suo futuro. Noi siamo con la scuola pubblica – conclude – e non permetteremo che Berlusconi la distrugga». Polemici anche gli esponenti di Fli: «Possono il centrodestra italiano e la destra nazionale immersa culturalmente nell’Italia di Giovanni Gentile screditare così il grande patrimonio educativo, istruttivo e culturale rappresentato dalla nostra scuola? Possono il centrodestra italiano e la destra nazionale mortificare così il popolo di insegnanti sottopagati che ogni giorno forma i nostri figli? Il vero centrodestra, quello di Fini e di Fli, sta dalla parte della scuola pubblica, così come prevede la Costituzione, senza nulla togliere alla scuola privata, che in parte svolge una funzione molto positiva», scrive il vicepresidente di Futuro e libertà Italo Bocchino.
«In Italia -aggiunge- esistono tre tipi di scuole private. Quella cattolica va sostenuta e rispettata per quanto di buono fa, poi c’è la scuola privata che funge da diplomificio a pagamento e che andrebbe chiusa e, infine, la scuola privata per i figli dei ricchi, utile a farli diventare di norma ignoranti, ma poliglotti». Infine Dario Franceschini lancia una mobilitazione di piazza ind ifesa della scuola pubblica: «Scendiamo tutti di nuovo in piazza, come le donne il 13 febbraio senza simboli e bandiere, a difendere la scuola pubblica dagli insulti di Berlusconi».