La battutaccia di oggi di Silvio Berlusconi ai giornalisti non poteva passare inosservata. Né evitare di sortire critiche e polemiche. Mentre, infatti, nel centrodestra le divisioni sono sempre più manifeste, sia nel Pdl che tra Pdl e Lega, il premier, dopo una passeggiata a braccetto con Tremonti, ha liquidato le voci di dissenso profondo tra i due con una “va tutto bene”, rimarcando la trentennale amicizia e il fatto che i due non hanno mai collaborato in tale armonia. Poi, non riuscendo e trattenersi, si è detto convinto della necessità di cambiare nome al partito, dal momento che Pdl no è ancora entrato nel cuore degli italiani: «Mi dicono – ha detto – che il nome che avrebbe maggiore successo è Forza Gnocca». Secondo Rosy Bindi si tratta, più che di una battuta, forse dell’unico partito che non ha bisogno di fondare, dal momento che, di fatto, è proprio quello che ha «praticato e organizzato».
Il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, definisce la sortita desolante, e ricorda che non era il caso di lasciarsi andare a simili scempiaggini proprio nel momento in cui si stanno celebrando i funerali delle vittime del crollo della palazzina di Barletta. Rosa Calipari, vicepresidente dei deputati dl Pd si limita a osservare che “Forza Gnocca” «non fa ridere, ma certo tra i Lavitola, i Mora e all’Olgettina i voti si rimediano». Di segno opposto i commenti della maggioranza. Secondo il leader della Lega Nord Umberto Bossi, chi lo critica è semplicemente invidioso. Alessandra Mussolini, dal canto suo, bolla la battuta come splendida, e aggiunge. «Vuol dire che ci considera protagoniste, ci mette al centro». Una voce di dissenso di leva da Barbara Saltamarini, responsabile delle pari opportunità per il Pdl, che definisce la sparata fuori luogo l’indignazione, intanto, corre anche su Twitter. Secondo capogruppo dell’Italia dei Valori alla Camera, Massimo Donai, il «il capo di governo è una macchietta», mentre l’onorevole Donella Mattesini (Pd) parla di «siparietti alla camera». Anche i semplici utenti insorgono. Qualcuno si chiede se è uno schrzo o se l’ha detto sul serio.
Un altro dice di vergognarsi profondamente, mentre Apomorfina, infine, ironizza: «Il nuovo partito? “Lo chiameremo Forza Gnocca”. Scherza, in realtà si chiamerà il Popolo della Gnocca».