Voci e indiscrezioni che arrivano dall’interno della maggioranza. Per alcuni, quella promossa da Pisanu e Scajola potrebbe essere una vera fronda nei confronti del governo, per altri una ipotesi di apertura ad altre forze che dia vita a un rimpasto. Sta di fatto che ieri Claudio Scajola rilascia una dichiarazione che più o meno dice così: “In questo momento c’è bisogno di mettere insieme le forze migliori”. Poi verso sera un incontro con una ventina di deputati vicini alla sua corrente si ritrova a discutere un documento da inviare a Silvio Berlusconi. L’idea sarebbe un Berlusconi bis allargato a forze esterne come l’Udc, perché l’attuale governo non sarebbe più in grado di far fronte alla situazione. Sembra che, sempre secondo a quanto circola all’interno del gruppo di onorevoli fedeli a Scajola, si sia già fatta un ipotesi di cosa succederebbe in caso di elezioni anticipate: il Pdl prenderebbe in tutto 120 deputati. A tutto questo si è poi aggiunto un intervento dell’ex ministro dell’interno Beppe Pisanu che è andato ancora più a fondo: “Questo governo non è in grado di reggere il peso enorme della crisi che si è abbattuta sul nostro Paese”. Necessario per Pisanu un nuovo governo che unisca gli italiani, le elezioni anticipate sarebbero una disgrazia che nuocerebbe all’economia del Paese. Non è finita perché secondo altre indiscrezioni ci sarebbe un gruppetto di 3 o 4 deputati del Pdl intenzionati a passare al gruppo misto seguendo quanto fatto recentemente da Versace. In questo scenario in evoluzione è giunta una frase del capo dello Stato che ha ricordato durante una sua visita a Biella il governo di Giuseppe Pella che nel 1953 prese l’incarico dopo il fallimento dell’ultimo governo De Gasperi con l’appoggio esterno di monarchici, socialisti e comunisti. Un governo di transizione e sembra di capire che Giorgio Napolitano stia pensando a un governo simile anche per questo momento storico. C’è nervosismo nella maggioranza: il decreto per lo sviluppo è stato rinviato al 20 ottobre e la nomina del governatore di Bankitalia a novembre.
Per qualcuno, segnali di una situazione diventata difficile da gestire all’interno del governo stesso. E ciliegina finale sulla torta, le parole di Umberto Bossi: “Durare fino al 2013 è obiettivamente complicato”.