Il dibattito all’interno del Pd dopo la sconfitta elettorale si concentra soprattutto sulla questione settentrionale, complice in questo anche la proprots lanciata qualche giorno fa dal quotidiano La Repubblica di fare un partito del Nord federato con il Pd nazionale. A questo partito del Nord i segretari regionali, riuniti a Milano per la ripartenza post-elettorale, dicono no; al tempo stesso, però, chiedono spazio e Walter Veltroni, pur contrario ad uno “spaccattamento” del partito, potenzia il ruolo del territorio con la creazione di coordinamenti al nord come al sud per coinvolgere sindaci e amministratori nella costruzione del Pd sul territorio. Ma per il leader del Pd la strada imboccata è quella giusta: «In quattro mesi abbiamo fatto un recupero gigantesco, una rivoluzione dolce, ora dobbiamo continuare la sfida riformista».
La sconfitta alle elezioni politiche e la fibrillazione in vista dei ballottaggi alle amministrative pesa sul clima della riunione. C’é chi, tra i segretari regionali, critica, a quanto si apprende, la formazione di liste “calate dall’alto” e chi chiede che il “caminetto” del Pd, che riunisce i big del partito, venga abolito per dare più ascolto al territorio. Ma, più che i mugugni, nella riunione prevale il realismo e d’altra parte il segretario del Pd è andato a Milano a riconoscere e rafforzare il peso dei segretari con l’obiettivo di radicare il partito sul territorio. Ma anche per rivendicare, forte dei “12 milioni di elettori”, i risultati elettorali a partire dalla tenuta nel Nord con “un dato importante a Milano e nelle città” e grazie alla “discontinuità” rispetto al centrosinistra, che è la base su cui lavorare.
Il “partito del Nord” non è quindi, per Veltroni, la soluzione del problema: «Abbiamo bisogno di strutturarci meglio ma non è una questione organizzativa e abbiamo scelto la strada del coordinamento proprio per evitare iniziative burocratiche». L’obiettivo del Pd per proseguire «la sfida riformista» è mettere radici e questo avverrà, a quanto si apprende, da un lato valorizzando l’esperienza dei segretari locali come degli amministratori; dall’altro proseguendo con la campagna di adesioni e l’apertura dei circoli in regioni rimaste indietro, come la Campania e la Calabria.
Linea condivisa da tutti, a partire dai segretari del Nord. «Agli elettori – spiega il segretario del Veneto Paolo Giaretta – della forma partito non importa un fico secco. Quello che interessa sono le risposte ai problemi della gente». E a questi problemi il coordinamento comincerà a lavorare subito a partire proprio da quei temi che al Nord sono le parole d’ordine della Lega: federalismo fiscale e sicurezza. «Al Nord abbiamo fatto un passo avanti usando il linguaggio della concretezza, abbiamo capito la lezione di questi anni e aperto una fase di radicamento che ci consentirà di sfidare il Pdl e la Lega sul passaggio dalle parole ai fatti», spiega il segretario lombardo Maurizio Martina.