Come annunciato, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi alle 11 è salito in Parlamento per tenere il suo discorso con il quale intende chiedere la fiducia al suo governo. E come annunciato, le forze di opposizione (ma non i radicali, che hanno criticato il gesto) sono rimaste fuori dell’aula, dichiarando che torneranno solo per il voto che sarà ovviamente di sfiducia al governo. Per i radicali, il gesto di rimanere fuori dell’aula ricorda troppo momenti analoghi del passato quando parlava il leader del Movimento sociale Giorgio Almirante, un gesto per loro fuori luogo e inappropriato (in una nota i radicali chiariscono il rispetto per l’autorità e sottolineano: “Questa storia di uscire dall’aula quando entra Berlusconi per il cui governo le delegazioni radicali di Camera e Senato non hanno mai votato la fiducia, ricorda troppo quando l’unità nazionale del fascio partitocratico degli anni ’70 disertava le aule parlamentari appena prendeva la parola Almirante”). Silvio Berlusconi come era prevedibile ha cominciato il suo discorso partendo dall’incidente di voto dei giorni scorsi che ha provocato la presente crisi, quando cioè il governo venne battuto sulla votazione all’articolo 1 del bilancio di Stato 2010 per un solo voto. Voto mancante per l’assenza di personaggi illustri della maggioranza come ad esempio il ministro dell’economia Tremonti. Ha chiesto scusa, Berlusconi, per quanto accaduto, definendolo un grave errore della sua maggioranza. Un incidente grave, ha sottolineato, ma che non porterà conseguenze sul piano istituzionale. Niente crisi, niente dimissioni come invece richiesto ad alta voce dalle opposizioni. L’errore commesso va allora sanato con un voto di fiducia, ha aggiunto il premier. Il governo al proposito presenterà un nuovo provvedimento sul rendiconto generale dello Stato. Parlare di sfiducia è del tutto improprio, perché il rendiconto è un atto squisitamente contabile e l’equiparazione tra rendiconto e bilancio di stabilità è del tutto forzata e strumentale, ha quindi detto il capo del governo. Silvio Berlusconi ha detto che questo governo deve rimanere e chiede di confermare la fiducia perché “profondamente consapevole dei rischi che corre il Paese e perché i tempi imposti dai mercati non sono compatibili con quelli di certe liturgie della politica”, ha poi precisato Berlusconi, parlando della situazione economico-finanziaria internazionale.
Inoltre, ha continuato, non c’è alcuna alternativa: l’epoca in cui i governi li facevano una casta di capi-partito, adesso i governi li fanno gli elettori, ha detto ancora. Le opposizioni infine esercitano un legittimo diritto-dovere di critica,” ma sono frastagliate e divise, oggi, sono addirittura sparite, e partecipano a una campagna demolitori”. Parlando della situazione economica, Berlusconi ha sottolineato come si intenda fare il bene delel famiglie mentre l’opposizione è totalmente divisa sulle riforme economiche. Ci vuole rigore, ha detto, e misure che favoriscano la crecita per evitare il rischio stagnazione. Adesso le repliche e il voto di fiducia.