Il Parlamento ha definitivamente convertito in legge, nonostante qualche “intoppo” istituzionale lungo il percorso, il cosiddetto decreto anti-crisi (Decreto Legge No. 78 del 2009), approvato dal Governo a fine giugno e presentato alla Camera dei Deputati il 1° luglio.
L’esame in sede referente, svoltosi davanti alle Commissioni riunite V. (Bilancio e Tesoro) e VI. (Finanze) della Camera, si è concluso il 21 luglio con l’approvazione di un testo contenente diverse modificazioni ed integrazioni rispetto al testo originario approvato dal Governo. In particolare, in Commissione sono state introdotte le disposizioni in materia di scudo fiscale, è stata in parte emendata la detassazione per gli investimenti in macchinari ed impianti (cosiddetta Tremonti-ter) ed è stata infine prevista una ulteriore agevolazione fiscale per le società che incrementino il proprio capitale sociale (i cui effetti si possono cumulare con quelli della Tremonti-ter).
Il 23 luglio, il Governo ha presentato in Aula un maxiemendamento, che ha sostituito integralmente il testo originario del decreto e ripreso in gran parte il testo uscito dall’esame delle Commissioni. Alcune parti del maxiemendamento sono state stralciate, perché giudicate inammissibili dalla Presidenza della Camera.
Sul maxiemendamento, il Governo ha posto la questione di fiducia, votata con esito favorevole il 24 luglio. L’Assemblea di Montecitorio ha infine definitivamente approvato il provvedimento lo scorso 28 luglio.
Il decreto legge è poi passato all’esame del Senato, che lo ha discusso a tappe forzate. Il Governo ha posto la questione di fiducia anche a Palazzo Madama, cosicché sabato 1° agosto i Senatori hanno approvato il decreto anti-crisi, senza apportare alcuna modifica al testo licenziato dalla Camera dei Deputati.
L’iter istituzionale del decreto legge No. 78 (o, meglio, di talune norme ivi contenute), tuttavia, non si è concluso con l’approvazione del provvedimento da parte del Senato.
La Presidenza della Repubblica ha, infatti, sollevato eccezioni in relazione ad alcune disposizioni del decreto introdotte nel corso dell’esame a Montecitorio, chiedendo modifiche al testo (pena la mancata promulgazione della legge di conversione).
Il Consiglio dei Ministri, riunitosi nella mattina di sabato pochi minuti dopo la conclusione delle votazioni al Senato, ha pertanto approvato un decreto correttivo in modo da venire incontro ai rilievi formulati dal Presidente Napolitano. Le modifiche contenute in quest’ultimo provvedimento riguardano in particolare la “stretta” sui poteri della Corte dei Conti (che viene allentata), le competenze del ministero dell’ambiente in relazione alle grandi opere energetiche ed infrastrutturali, la procedura per la nomina del commissario straordinario della Società Ponte Stretto di Messina, la tassazione delle riserve auree della Banca d’Italia e, infine, lo scudo fiscale (i cui effetti vengono esclusi nel caso di provvedimenti in corso).
Il decreto correttivo e la legge di conversione del DL 78 saranno trasmessi in contemporanea al Colle. In questo modo, la promulgazione della legge di conversione del decreto anti-crisi e l’emanazione del decreto correttivo avverranno contestualmente in settimana – come richiesto (rectius, imposto) dal Presidente della Repubblica – di talché le norme contestate non entreranno in vigore neppure per un breve lasso di tempo. Alla ripresa dei lavori, dopo la (lunga) pausa estiva, le Camere avranno poco meno di un mese per convertire in legge anche il decreto correttivo.