Il presidente del Consiglio superiore dei beni culturali, Andrea Carandini, ha rassegnato le dimissioni irrevocabili a causa dei tagli imposti dal governo al ministero dei Beni culturali.
Troppi tagli. Impossibile gestire la situazione a queste condizioni. E così, Andrea Carandini, presidente del Consiglio superiore dei beni culturali, ha rassegnato le dimissioni, Irrevocabili. Lo ha riferito il ministero dei Beni culturali, spiegando che sono state motivate con la «constatazione dell’impossibilità del ministero di svolgere quell’opera di tutela e sviluppo del patrimonio culturale stante la progressiva e massiccia diminuzione degli stanziamenti di bilancio». Il Consiglio superiore ha preso atto della decisione «condividendo le considerazioni del presidente Carandini» e «ha sospeso la seduta in attesa che il ministro Bondi compia un atto politico responsabile che garantisca il positivo interessamento del Parlamento e del governo riguardo la drammatica situazione i cui versano i Beni culturali». Era stato il ministro Bondi a nominarlo il 25 febbraio 2009 al posto del dimissionario Salvatore Settis. Carandini è professore ordinario di archeologia presso l’Università di Roma “’La Sapienza”, nonché uno dei più autorevoli studiosi a livello internazionale. Spero – ha dichiarato Francesco Rutelli – che il governo ascolti la voce di Andrea Carandini perché la tutela del patrimonio non perda l’apporto del meglio della cultura nazionale. Qualcun altro, Bondi, avrebbe dovuto dimettersi per evitare che si dimettesse Carandini».
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Secondo il presidente dell’Udc, Rocco Buttiglione, si tratta, invece, di «un dato drammatico e reale e che va affrontato al di fuori degli schieramenti di parte e con spirito di servizio per il bene del Paese».
Per il sottosegretario ai Beni Culturali, Francesco Giro, non è escluso il suo ritorno: «ho letto la lettera con la quale il professor Andrea Carandini ha oggi annunciato le proprie dimissioni al cospetto del Consiglio superiore dei beni culturali. Se da un lato la lettera del professor Carandini esprime un netto dissenso rispetto alla riduzione dei finanziamenti destinati alla cultura, dall’altro lato rivela una disponibilità a proseguire il proprio impegno alla guida del Consiglio superiore purché si assumano a breve termine scelte concrete a sostegno del patrimonio culturale nazionale».