Il Capo dello Stato italiano Giorgio Napolitano ha tenuto un discorso all’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Lo ha presentato il segretario generale Ban Ki-Moon che lo ha definito figura storica dell’Italia del dopoguerra.
Napolitano ha toccato l’argomento guerra in Libia, osservando che era necessario intervenire. Non si poteva più assistere, ha detto, alle distruzioni massicce che il leader libico stava infliggendo alla sua stessa gente. Napolitano ha ricordato che il capitolo 7 della Carta delle Nazioni Unite prevede “l’uso della forza per mantenere la pace e la sicurezza internazionale”. L’impegno in Libia, ha proseguito Napolitano, è per proteggere la popolazione civile, far rispettare la carta delle Nazioni Unite nella piena legittimità internazionale: “Stiamo applicando lo statuto dell’Onu, stiamo agendo sotto l’egida dell’Onu”. Quando le violazioni dei diritti umani diventano massicce, quel regime diventa illegittimo, ha proseguito. La comunità internazionale deve farsi carico della domanda di libertà e di giustizia che arrivano da società sottoposte a violenza e oppressione.
Napolitano sottolinea il ruolo costituzionale dell’Italia in questa situazione citando l’articolo 11 della nostra Costituzione ai cui ideali l’Italia in 60 anni di vita delle Nazioni Unite ha sempre guardato. Poi il presidente della Repubblica si sofferma sul Giappone: “E’ tempo che la comunità internazionale ricambi la generosità che il Giappone non ha mai mancato di esprimere” afferma il presidente della Repubblica, esprimendo la propria “solidarietà alla popolazione giapponese”.