Il governo Monti ha incassato il via libera anche dal Terzo Polo. Prima di incontrare il presidente del Consiglio incaricato, i rappresentanti del centro si sono riuniti a Palazzo Giustiniani, sede degli uffici dei Senatori a vita. Per Fli erano presenti Italo Bocchino e Benedetto Della Vedova, per l’Api Francesco Rutelli e Agazio Loiero, mentre per . l’Udc li leader Pierferdinando Casini, il segretario Lorenzo Cesa e il senatore Gianpiero D’Alia.Al termine delle consultazioni con Monti, Rutelli ha parlato a nome degli altri, facendo sapere che il Terzo Polo è intenzionato a dare al premier carta bianca per la formazione di un esecutivo politico. Che il governo abbia caratteristiche politiche è anche la richiesta dei radicali, consultati da Monti al posto della Lega Nord che ha preferito raggiungerlo con una chiamata di Bossi. Quest’ultimo gli ha fatto prevenire l’indisponibilità del partito a dargli la fiducia per dar vita la governo. Rita Bernardin ed Emma Bonino hanno inoltre confermato che l’intenzione del neopremier è quella di governare fino al 2013, portando a compimento la legislatura. Infatti, avrebbe fatto presente che se l’esecutivo dovesse essere a termine, il rischio sarebbe che i partiti si sentirebbero già in campagna elettorale. Lo stesso Monti si sarebbe detto favorevole ad avere dei politici nel suo governo. Nel frattempo, dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e da quello della Camera, Gianfranco Fini, è giunto un appello all’unità. Il capo dello Stato, nel ricordare come la fase attuale sia estremamente delicata e cruciale, ha invitato a «realizzare la massima coesione per permettere all’Italia di essere protagonista come lo è stata in passato». Secondo l’inquilino del Colle, occorre «sprigionare uno sforzo collettivo sul piano morale, intellettuale e istituzionale che negli ultimi tempi purtroppo è mancato». Fini, dal canto suo, dicendosi convinto che Monti avrà la fiducia di entrambi i rami del Parlamento entro venerdì, a chi gli faceva presente che aveva promesso di dimettersi un minuto dopo Berlusconi, liquida la vicenda invitando a non guardare al passato.
Se gran parte dei partiti si dicono convinti che compito del nuovo Consiglio dei ministri sarà quello di risanare l’economia e varare una serie di riforme decisive, prima delle elezioni del 2013, il presidente della Regione Lombardia puntualizza alcuni concetti.
Formigoni, che appoggia l’inaugurazione, è stato chiaro sulla riforma della legge elettorale. «Vogliamo sentire – ha dichiarato – che il programma sia di forte rilancio economico e non entri nelle riforme istituzionali, che competono al parlamento e non al governo tecnico, così come la legge elettorale».