Non è il primo e non sarà l’ultimo magistrato a decidere di appendere la toga al chiodo per dedicarsi a tempo pieno alla politica. Pietro Grasso, procuratore nazionale antimafia, ha chiesto al Consiglio superiore della magistratura l’aspettativa per motivi elettorali. Ora la quarta commissione dell’organo di autogoverno dei magistrati presieduto dal presidente della Repubblica dovrà esprimersi sulla domanda, a partire dal 7 gennaio. Dopo di che, la risposta sarà inviata al plenum del Csm per l’eventuale ratifica, che potrebbe arrivare già per mercoledì 9 gennaio. Eventuale solo formalmente, dato che il via liberà è pressoché scontato. Non solo non vi sono controindicazioni, vincoli o impedimenti ordinamentali ma, addirittura, le domande non possono essere soggette a valutazione. In sostanza, il Csm si limita a recepirle e a ratificarle. L’aspettativa per motivi elettorali rappresenta, infatti, un diritto non soggetto ad alcuna restrizione. Dall’ufficio capitolino del procuratore, si sono limitati a confermare la richiesta al Csm senza aggiungere alcunché: «al momento preferiamo non rilasciare nessuna dichiarazione». Resta un piccolo giallo: con chi si candiderà? Rumors e voci di corridoio lasciano intendere che potrebbe farlo con il centro montiamo, o con il Pd, entrambi animati da un rinnovamento sotto le insegne dell’onestà e delle facce pulite. Tuttavia, non si può nemmeno escludere che decida di correre assieme al Pdl. In passato, infatti, aveva espresso un significativo apprezzamento nei confronti dell’operato del governo Berlusconi. Addirittura, a maggio, nel corso della trasmissione radiofonica “La Zanzara” su Radio 24, si era spinto ad affermare: «Darei un premio speciale a Silvio Berlusconi e al suo governo per la lotta alla mafia». Poi, aveva aggiunto: «da “tecnico”, non ho alcuna difficoltà a riconoscere i meriti di chi riesce a dare ai magistrati e alle forze di polizia strumenti per meglio combattere la criminalità organizzata, soprattutto togliendole i beni e i profitti illeciti realizzati». Insomma, tutto è possibile e nulla, finché non sarà lui stesso a sciogliere le riserve, può escludersi.
Un caso analogo, ma con alcuna fondamentali differenze a quello di Antonio Ingroia. Anche l’ex di Palermo, in Guatemala per un incarico affidatogli dall’Onu, ha chiesto l’aspettativa per motivi elettorali. Sappiamo, tuttavia, che se dovesse candidarsi direttamente lo farebbe con la lista Rivoluzione democratica promossa, oltre che da lui stesso dall’ex pm e ora sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, e dall’ex pm di Mani Pulite, Antonio Di Pietro, più i comunisti Ferrero, Diliberto e il verde Bonelli.