Il ministero per lo Sviluppo economico e dei Trasporti, Corrado Passera, iniziando il suo intervento ha ribadito quanto già espresso dal presidente del Consiglio Mario Monti circa i tre obiettivi principali del pacchetto anticrisi varato del Consiglio dei ministri: rigore, equità e crescita. Passera ha spiegato che tali finalità sono strettamente legate tra di loro e concorrono insieme alla realizzazione di un “meta obiettivo” che rappresenta, al momento, la reale priorità del paese: la creazione di occupazione. Gli interventi, ha continuato passera, sono dettati dalla congiuntura, ma mirano ad aumentare la forza del nostro Paese in misura strutturale. In particolare, si procederà secondo tre linee guida: l’ammodernamento del sistema-Paese, la competitività delle imprese e l’apertura del mercato. Nel dettaglio, sul fronte delle imprese, ha spiegato che è stato messo a punto un intervento fiscale per accelerarne l’ampliamento, favorendone l’aumento di capitale per la crescita, il consolidamento e gli investimenti. In sostanza, chi aumenta il capitale, viene premiato fiscalmente. «Abbiamo deciso – ha dichiarato – di defiscalizzare l’impatto dell’Irap su risultati delle imprese». Altra questione fondamentale, l’accesso al credito che, come già aveva in precedenza annunciato, sarà garantito attraverso, anzitutto, il rafforzamento del Fondo di Garanzia, che sarà ampliato grazie a 20 miliardi messi a disposizione delle Pmi. Rinascerà, inoltre, l’Ice, l’Istituto per il commercio estero che era stato soppresso dal governo Berlusconi. «L’internazionalizzazione – ha detto Passera – è fondamentale per la crescita delle imprese». Sono previste, inoltre, misure a sostegno di interventi per l’efficienza energetica, per «ridurre i costi e far aumentare l’efficienza», mentre saranno introdotte una serie di liberalizzazioni, a partire dal settore farmaceutico. Per facilitare, poi, la vita alle aziende e renderle maggiormente competitive, occorrerà semplificare il sistema in cui operano. Sulle infrastrutture, infine, ha specificato che, ad oggi, gli immani ritardi che caratterizzano il nostro Paese sono legati, più «che ai soldi, alle procedure e ai meccanismi decisionali». Per questo, l’esecutivo lavorerà su questo fronte, al fine di determinare «l’apertura di cantieri per alcune decine di miliardi di euro».