Tutto accade nella ripresa. Il primo tempo passa all’insegna della noia, con il Parma che non accenna a dar segni di cedimenti nella barriera, mentre i padroni di casa non sembrano aver alcuna intenzione di aumentare il ritmo. Tra le uniche distrazioni in campo, in fischi a Montolivo, il cui abbandono di Firenze non è stato per nulla gradito dalla tifoseria. In ogni caso non accade pressoché nulla. Sia Boruc che Mirante trascorrono i primi 45 minuti ad assister al match pressoché nelle vesti di spettatori; nonostante il gioco si sia disputato quasi interamente, nei primi tre quarti d’ora, interamente nella metà campo di quest’ultimo. I viola e gli emiliani si fronteggiano del resto in una disputa in cui mancano i propri bomber; Gilardino è sostituito dal Tanque Silva che entra in campo sin dal primo minuto; Giovinco è sostituito, invece, da Biabiany. Per quanto riguarda il resto della formazione, i viola confermano lo schema, con Montolivo in cabina di regia, dietro a Jovetic. Per il resto Silva perde l’occasione in diversi momenti, con alcuni cross lanciati da Vargas e Pasqual, ma rovinati dagli anticipi di Paletta e Lucarelli. Una sponda di Gamberini al 20esimo fa pensare che un’accelerazione del gioco sia imminente, ma niente, palla alta. Tutto cambia nella ripresa, fin dai primi secondi di gioco sembra di assistere ad un’altra partita. A neanche trenta secondi i viola passano in vantaggio, con un primo cross di Varagas, cui la difesa gialloblù riesce a scampare, ma non sfugge al controcross di Behrami e alla messa in rete di Jovetic. Il Parma si demoralizza e al 15esimo, su cross di Vargas, Cerci imbuca di testa la porta, dopo che la palla tocca terra. Un motivo in più che non gli permette di digerire il fatto che Mihajlovic lo sostituisce al 74’ con Romulo. Dentro Crespo, fuori Modesto, in campo avversario, ma tanto non basta per correre ai ripari. E’ ancora Jovetic che, a dieci minuti dalla fine firma il tris su assist Kharja. Per Mihajlovic è la seconda vittoria in campionato, che assume ancor più valore perché ottenuta senza Gilardino; la gioia resta macchiata dalla defezione di Montolivo e dalla dura contestazione di Cerci.
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