Se il 2009 sarà ricordato per il comparto della Agenzie per il Lavoro (Apl) come l’anno nero, il 2010 è quello della speranza. Nel 2009 il crollo verticale della domanda ha provocato un forte shock per tutti gli operatori del settore, abituati a operare in un mercato che dalla sua nascita ha sempre fatto registrare elevati tassi di crescita.
La crisi mondiale si è immediatamente ribaltata sul comparto, in quanto i lavoratori temporanei, e quelli in somministrazione in particolare, sono stati i primi a pagare il crollo degli ordini e della domanda. L’inaspettato cambiamento di scenario ha imposto un drastico cambio di rotta e un management abituato a ragionare in termini di crescita e di sviluppo si è dovuto confrontare con i licenziamenti, la mobilità e i tagli di costi.
Già dal primo trimestre del 2010, però, il settore ha fatto registrare i primi timidi segnali di ripresa che si sono confermati anche nel secondo trimestre dell’anno. Un importante punto di partenza per poter comprendere come mai il comparto è riuscito, già dal 2010, a invertire la rotta è legato all’analisi del quadro normativo che esercita un fortissimo condizionamento sia sulla domanda che sui comportamenti delle agenzie.
Le disposizioni contenute nella Finanziaria 2010 contenevano alcuni provvedimenti che hanno ampliato il raggio d’azione delle agenzie (reintroducendo lo staff leasing) e rafforzato le possibilità di collaborazione tra operatore pubblico e privato per il raggiungimento di obiettivi sociali quali la collocazione lavorativa delle persone svantaggiate. Questo provvedimento ha inoltre consentito alle imprese utilizzatrici di ricorrere alla somministrazione per valutare i segnali di ripresa della domanda, grazie alla modifica nei meccanismi di divieto che ha rimosso un significativo ostacolo alla ripartenza del mercato.
Per quanto concerne invece le prospettive di sviluppo del comparto due sono i fattori che meritano di essere evidenziati: la crescente difficoltà di incontro tra domanda ed offerta di lavoro; le tendenze demografiche e la riduzione del numero di giovani.
La fine del millennio ha sancito nel nostro paese la destrutturazione e la frantumazione dei percorsi formazione/lavoro. L’aumento esponenziale dei curriculum formativi da un lato e dei percorsi di ingresso nel mercato del lavoro dall’altro ha creato un grande vuoto informativo tra domanda e offerta di lavoro. Da un lato diplomati e laureati spaesati di fronte a un mercato del lavoro destrutturato e affamato di flessibilità, dall’altro un sistema imprenditoriale (piccoli imprenditori, responsabili del personale) poco informati sulle tante e a volte controproducenti innovazioni sviluppate all’interno del sistema scolastico ed universitario. La presenza di tale frattura rappresenta un’enorme opportunità di chi si candida a fungere da ponte tra tali realtà.
Le agenzie per il lavoro potranno trovare nuovi spazi di mercato anche per questioni demografiche: nel corso dei prossimi 15 anni il numero di giovani in età lavorativa si ridurrà in modo molto drastico in numerosi paesi europei. Questo trend demografico avrà un impatto molto significativo sul mercato del lavoro europeo; il fenomeno dello skill shortage caratterizzerà numerosi comparti e renderà particolarmente difficili le politiche di acquisizione delle risorse umane. Ciò spingerà tante imprese a cercare nelle agenzie le professionalità di cui hanno bisogno.
Per cogliere tali opportunità, però, le agenzie devono essere in grado di sviluppare nuove capacità necessarie per svolgere in modo appropriato il ruolo di connettore tra domanda e offerta di lavoro. Per potersi candidare a occupare questo spazio è necessario che le Apl siano in grado di potenziare una serie di capacità, e in particolare: la capacità di cogliere i trend del mercato del lavoro, identificando i segmenti dove con maggiore forza si manifesta il fenomeno dello skill shortage; la capacità di utilizzare al meglio la leva formativa, sviluppando azioni finalizzate ad allineare domanda e offerta di lavoro; la capacità di offrire un portafoglio servizi articolato per poter offrire alla propria clientela lo strumento più adeguato al particolare tipo di bisogno espresso; la capacità di utilizzare al meglio le nuove opportunità offerte dalla tecnologia (come ad esempio il web 2.0) per poter favorire la comunicazione con le imprese e i lavoratori. Gli spazi per lo sviluppo del comparto ci sono, il lavoro da fare per occuparli è tanto.