Il matrimonio tra Pep Guardiola e il Chelsea non s’ha da fare, o così sembra, visto che l’allenatore del Barcellona, ormai al termine del suo percorso in blaugrana, ha nuovamente rifilato il “due di picche” a Roman Abramovich. Il patron russo ci aveva sperato: sogna da sempre di portare l’allenatore catalano sulla panchina di Stamford Bridge, almeno da quando il Barcellona ha fatto lo scherzetto ai Blues nella semifinale di Champions League del 2009. Negli anni scorsi, figurarsi, Pep era blindatissimo: nè Joan Laporta nè Sandro Rosell hanno mai voluto che Guardiola si allontanasse dal Camp Nou. Adesso le cose sono cambiate: dopo l’eliminazione dalla Champions League, proprio per mano del Chelsea, l’allenatore che ha vinto 13 trofei in 4 stagioni ha annunciato il suo addio (nell’aria da qualche tempo), dando la “colpa” al troppo stress accumulato in panchina. Figurarsi se Abramovich, uno che di solito – pare – non gradisce tantissimo sentirsi dire di no, poteva lasciarsi scappare l’occasione di corteggiare nuovamente il suo oggetto dei desideri. L’offerta sul piatto era di quelle interessanti, come riporta La Gazzetta dello Sport: 12 milioni di sterline a stagione, e fondi illimitati, o quasi, da utilizzare sul mercato. Pollice verso, anche stavolta: Guardiola non si smuove, ha deciso che si prenderà un anno sabbatico dal calcio e così farà, costi quel che costi. Poi, eventualmente, tornerà, ma in quel caso ad avere la precedenza sarebbe il Barcellona (molti hanno individuato nella scelta di Tito Vilanova come successore il voler tenere la porta aperta all’allenatore dei grandi successi, e non c’è ragione di credere che non possa essere così: Barcellona, del resto, è casa sua, l’ha sempre detto anche lui). E adesso, cosa succederà: deluso un’altra volta, Abramovich molto probabilmente non desisterà fino all’ultimo giorno utile, ma non è preventivabile un cambio di direzione da parte di Guardiola. Naturalmente la cosa vale anche per l’Inter e il Milan, anche se qui la situazione è più definita: Moratti ha già confermato Stramaccioni per il prossimo anno, mentre Allegri sembra meno saldo ma gode comunque della fiducia – pur se temporeanea – di Berlusconi e Galliani. Dalle parti del quartiere Fulham di Londra, invece, si comincia a ponderare davveero l’opzione Di Matteo:
Sarà anche subentrato in corsa, sarà anche stato considerato un traghettatore, ma intanto nel giro di due mesi ha vinto la FA Cup, raggiunto la finale di Champions League e quasi agganciato il quarto posto in Premier League. Niente male, no? Dovesse vincere a Monaco il prossimo 19 maggio, per il magnate russo sarebbe quasi un obbligo morale insistere su di lui, al di là di tutti i suoi desideri o le sue mire. In giro, del resto, è facile trovare di peggio, anche quando spendi 15 milioni di Euro…