Dopo tante polemiche, alla fine è arrivata la bocciatura ufficiale da parte del Tribunale amministrativo del Lazio: l’aumento delle tariffe massime dei taxi – approvato dalla giunta Alemanno col parere favorevole di una commissione di “Saggi” – è stato sospeso fino al 23 di febbraio. In quella data il Tar deciderà del ricorso sul nuovo tariffario, che non piace alle associazioni dei consumatori; fino ad allora i prezzi rimangono congelati allo stato attuale.
Abbiamo chiesto il parere di Giuseppe Scaramuzza, segretario regionale di Cittadinanzattiva e membro in passato di una delle commissioni consultive istituite dal Comune sulla vicenda dei taxi. Scaramuzza ci consegna un quadro che non è semplicemente di scontro tra tassisti e consumatori. I “tassinari”, al contrario, andrebbero aiutati a non subire l’aumento dei costi della benzina e della manutenzione delle macchine. Con interventi mirati del Comune, che sostenendo i tassisti evitino che gli aumenti dei prezzi si scarichino tutti sui consumatori.
Come è stata accolta da Cittadinanzattiva la decisione del Tar?
L’aumento è assolutamente ingiusto nei confronti degli utenti. È importante che sia stata avviata questa richiesta di sospensiva, partendo da un aspetto procedurale. Si è contestata infatti la nomina dei “Saggi” dell’ultima commissione consultiva del Comune…
La commissione dei “Saggi” ha dato parere favorevole all’aumento delle tariffe. Lei – che in passato ha fatto parte di un organismo simile – ci spiega come sono andate le cose?
C’è una sproporzione assurda in commissione tra i rappresentanti dei tassisti, che erano diciannove, e quelli dei consumatori, solo tre. La precedente commissione è stata del tutto esautorata dall’intervento della giunta e della nuova commissione dei “Saggi”, che si è espressa a favore dell’aumento.
Anche l’Antitrust si è espressa contro il nuovo tariffario: c’è un problema di concorrenza?
Sul “trasporto pubblico non di linea” i cittadini non hanno la possibilità di scegliere in maniera libera, tra offerte diverse. Per questo abbiamo appoggiato la decisione dell’Antitrust. E poi c’è la questione degli sconti: ad esempio sono state previste riduzioni per le corse verso il Bambin Gesù, ma non verso gli altri ospedali. Questa ci sembra una discriminazione nei confronti di tutti gli altri pazienti.
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Quanto costano i taxi a Roma, rispetto alle altre capitali europee?
I prezzi sono più alti e l’offerta è inadeguata: è vero che negli ultimi anni si sono aggiunte mille licenze, ma siamo ancora lontani dai livelli europei. A Roma al momento ci sono poco più di settemila vettura; a fare il confronto con Barcellona, Parigi o Berlino viene da mettersi le mani dei capelli, soprattutto se si considera che l’estensione del Comune di Roma è molto maggiore di quella di tutte queste altre città. Il problema vero è che i taxi a Roma vogliono stare solo in centro…
Anche i tassisti hanno le loro ragioni: se aumenta il numero delle licenze, loro lavorano di meno e quindi sono costretti ad alzare i prezzi.
I tassisti hanno detto anche che alzare i prezzi serve a coprire le maggiori spese per la benzina e per la manutenzione della macchina (che pagano loro). Il Comune dovrebbe allora fare accordi con le compagnie petrolifere, con le officine… Se si mettessero sul piatto le settemila vetture presenti a Roma, non sarebbe difficile trovare delle convenzioni per aiutare i tassisti a ridurre le spese. Non è possibile che invece a pagare siano sempre gli stessi, e cioè i cittadini. Questo è inaccettabile.
Dopo i pareri contrari dell’Antitrust e del Tar, alcune associazioni di tassisti si sono dette pronte a tornare al tavolo della trattativa. È un’ipotesi che vi piace?
Certo. Noi capiamo i tassisti e i loro bisogni, ma non può pagare tutti i costi solo chi usufruisce del taxi. Altrimenti si finirà che a prendere il taxi sarà solo chi se lo può far rimborsare da una grande azienda o dalla pubblica amministrazione.
Il Comune ha tenuto una posizione duplice: pur difendendo l’operato dei “Saggi”, l’assessore Aurigemma ha detto che la giunta «rispetta» la decisione del Tar. Voi che sensazione avete avuto sulla disponibilità dell’amministrazione ad ascoltare le vostre proposte?
Abbiamo incontrato l’assessore Aurigemma pochi giorni fa e gli abbiamo chiesto di lavorare soprattutto sulla trasparenza: i taxi devono rilasciare una ricevuta – non fiscale, come spiega la legge – che indichi il percorso fatto, il prezzo pagato… Trasparenza. Aurigemma ha promesso che ci lavorerà; noi staremo a vedere.
(Lorenzo Biondi)