Il mercato dei mezzi pesanti in Europa, a differenza di quanto accade per le vetture private, fa registrare un segno positivo. I dati dicono però di una differenza sostanziale tra l’andamento delle vendite in Italia e negli altri Paesi dell’unione. In parte il motivo va ricercato anche nell’andamento degli anni passati, che soprattutto nel settore degli autobus aveva visto l’Italia particolarmente penalizzata.
Nonostante il rallentamento dell’economia e la tempesta finanziaria nell’area costituita dall’Unione Europea più EFTA, secondo l’ACEA in luglio le immatricolazioni dei mezzi citati sono aumentate del 3,2% e in agosto si è registrata un’ulteriore crescita del 15,7%. Il consuntivo dei primi otto mesi dell’anno chiude con 1.310.148 veicoli immatricolati e con una crescita sullo stesso periodo dello scorso anno del 12,3%.
Questo positivo andamento riguarda sia i veicoli commerciali fino a 35 quintali di portata che i veicoli industriali (oltre i 35 quintali). Per gli autobus si registra invece nei paesi indicati una sostanziale stagnazione. Nel consuntivo di fine agosto i commerciali crescono dell’8,6%, gli industriali del 38,2% e gli autobus calano dell’1,9%.
Il motore della crescita europea del comparto è il maggior mercato del continente, cioè quello della Germania, che fa registrare a fine agosto una crescita complessiva del 23,3% dovuta a incrementi del 20,6% per i commerciali, del 31,3% per gli industriali e dell’1,2% per gli autobus.
Il mercato italiano non è invece particolarmente dinamico anche se il quadro complessivo è certamente migliore rispetto all’andamento delle immatricolazioni di autovetture. In particolare in Italia si registra a fine agosto un calo dello 0,9% per i veicoli commerciali fino a 35 quintali, una crescita dell’8,4% per i veicoli industriali e un incremento del 35,8% degli autobus. Un dato percentuale certamente importante anche se, come detto in precedenza, si confronta con dati di vendita certamente non entusiasmanti registrati negli anni scorsi. Resta comunque un dato significativo, che può essere certamente letto come una maggiore attenzione a mezzi di trasporto pubblico locale o, quantomeno, uno svecchiamento dell’attuale parco circolante a tutto vantaggio degli utenti, della sicurezza e dell’impatto ambientale.