Una buona Lazio resiste al Tottenham: finisce 0-0 a White Hart Lane, un punto per le due squadre che si affrontano senza tirarsi mai indietro e danno vita a una bella partita. Vediamo ora le pagelle con i voti ai protagonisti.
Bello spot per chi pensa che l’Europa League sia un semplcie surrogato della Champions. Le due squadre corrono, lottano, sgmoitano, non si tirano mai indietro e danno vita a un bello spettacolo, in un’atmosfera davvero calda. La gara non scende mai di ritmo, nemmeno alla fine quando la lucidità paga dazio di fronte alla stanchezza evidente degli interpreti. Il classico 0-0 “mascherato”.
– Villas-Boas sta facendo un buon lavoro nel Londra-bis: una sola vittoria in cinque partite, ma la sua squadra ha personalità, è ben messa in campo e dimostra di saper orchestrare bene la manovra, innescando sempre gli esterni e accompagnando la manovra con i centrocampisti. In più, in difesa non balla, a parte un paio di sbavature frutto però di errori individuali più che di sistema. Era anche senza pedine importanti.
Prova di maturità superata per Petkovic: voleva una squadra che imponesse il suo gioco il tecnico bosniaco, ha trovato invece una Lazio che pur nella sofferenza e nella difesa costante del fortino non si è mai trincerata nel catenaccio puro e ha affrontato muso a muso il Tottenham, mettendogli paura con le ripartenze. Anche con l’aiuto dell’arbitro esce senza gol per la terza volta in quattro partite stagionali.
Bene falli e ammonizioni, ma sbaglia sui due gol annnullati. Si fida del collaboratore sul fuorigioco di Dempsey che sembra non esserci, tutta la sua la vista sul colpo di testa di Walker che non fa fallo su Mauri: il capitano della Lazio si lascia cadere.
Inoperoso. Forse si aspettava un esordio più movimentato, invece non deve mai parare. Salvato dalla traversa, bene nelle uscite, tutto qui.
Lulic è intimorito e nervoso, e allora può spingere e amministrarsi nella fase difensiva. Non esplode mai, però resta sempre lucido e si conferma in crescita costante.
Si vede poco: Klose è un brutto cliente, ma spesso riesce a farlo girare al largo. Dimostra di poter sostituire i titolari.
Un ottimo acquisto per Villas-Boas: il centrale belga comanda il reparto con autorità e ha la tecnica per uscire palla al piede. Un paio di sbavature, niente che finisca sulla fedina penale.
Altro colpo dallo Sheffield United (come Walker), il ragazzo spinge che è un piacere: con Bale bloccato è lui che sale e ci prova sempre, e dietro annulla Mauri. Da seguire. Storcono tutti un po’ il naso quando esce: l’americano ha giocato una gran bella partita, tenendo fede alla sua nomea di jolly tutto campo che fa tutto con ordine e pulizia. Segna: l’arbitro gli toglie la gioia, sbagliando.
Regista che piace a mezza Europa, fa capire perchè con una serie di progressioni in mezzo al traffico. Peccato si spenga ben prima del 90′.
Inizia bene, dimostrando di essere in forma. Cala nel finale, ma resta sempre nel vivo del gioco e non rinuncia mai a fare qualcosa di propositivo.
Se ha voglia e gamba, è uno dei migliori esterni in circolazione, più di certi nomi che vanno per la maggiore. Distrugge Lulic nel primo tempo, rifiata, si ripresenta nel finale con un paio di guizzi. Sarebbe da 8 se sotto porta fosse più lucido. Il grande assente della gara. Nel primo tempo al centro non la vede mai, nella ripresa si allarga per portare Dias fuori posizione ma anche qui non combina granchè.
Primo tempo in cui viene annullato da Cavanda, ma da destra aveva azzeccato il cross del virtuale 1-0. Meglio nella ripresa quando sembra poter spaccare la partita, invece si accende solo a sprazzi.
Lo ricordavamo impacciato e fuori luogo qualche chilometro più in là: lo ritroviamo sicuro delle sue scelte e alla guida di una squadra che sa giocare, impone il suo gioco ed è ben messa in campo senza rischiare troppo. Siamo convinti che durerà più dell’ultima volta.
Non deve compiere parate eccezionali, ma quando viene chiamato in causa è sempre sicuro e infonde fiducia nei compagni di reparto.
Prova d’autore contro un certo Bale: non lo fa mai partire in velocità, non gli concede mai il primo passo, tiene benissimo l’urto e quando capisce di aver vinto si spinge anche in avanti. Inossidabile.
Tiene in gioco Dempsey nel primo tempo: graziato dal guardalinee. Si riprende e tiene duro, ma l’impressione è che senza Dias salterebbe.
Partita sostanzialmente impeccabile: Defoe non la vede mai, anche quando il folletto inglese lo trascina sull’esterno lui non batte ciglio e se lo mangia.
Non è la sua partita. Subisce Lennon, si innervosisce, in avanti non combina nulla se non un cross degno di nota. Cresce nella ripresa, ma anche lì dura poco.
Non lo vedi ma c’è: cerca di tenere botta tra i centrocampisti avversari, imposta l’azione ma gli manca la scintilla giusta.
Un gran tiro sulla traversa che avrebbe meritato miglior fortuna, per il resto annaspa sulla fascia, che sia destra o sinistra.
Brutta bestia l’inesperienza europea: nel primo tempo paga il pedaggio e perde palloni sanguinosi. Buona però la reazione, anche se non è un fattore della partita. ()
Il Profeta entusiasmante di inizio stagione lascia spazio al fratello; la voglia c’è, gli spunti che cambiano la partita no. Ben contenuto, non ne viene fuori. ()
Si sacrifica in difesa perchè in avanti, destra o sinistra che sia, non combina niente. Solo una palla sprecata da Klose e un cross che meritava miglior sorte. In affanno costante. ()
Anche lui spuntato: sbaglia due palloni che il vero Klose avrebbe scaraventato in porta sbadigliando. Dà una mano utilissima dietro, ma il Klose che servirerebbe è quello che segna.
Voleva una Lazio autoritaria: si può accontentare. La sua squadra ha retto l’onda d’urto senza fare catenaccio, ha avuto le sue occasioni, se l’è giocata. Poteva andare peggio, esce con un punto senza subire gol.
(Claudio Franceschini)
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