L’ultimo esempio di vivaismo all’avanguardia è quello del “Bosco Verticale” che si sta componendo, tassello dopo tassello, a Milano. Nel quartiere Porta Nuova si sta definendo, giorno per giorno, un progetto avveniristico che vede protagoniste due torri di 110 e 76 metri, costituite da materiale edilizio e da alberi. Esattamente 10mila metri quadri di foresta cresceranno e avvolgeranno gli edifici per un totale di 500 arbusti nel primo e 350 nel secondo di altezza entro i 9 metri. Non è solo gradevole alla vista ma è, soprattutto, utile perchè gli alberi assorbiranno CO2, rumore e rilasceranno ossigeno. Un settore, quello del vivaismo, che rappresenta il 6,4% dell’agricoltura italiana e detiene il 28% del mercato europeo e può essere considerato a pieno titolo una delle eccellenze italiane. Non a caso il 2 luglio a Ghent in Belgio, in occasione dell’annuale convention plenaria la presidenza dell’ENA (European-Nursery Stock-Association), l’associazione internazionale che rappresenta il mondo del vivaismo di 18 nazioni europee, è stata affidata ad un italiano, Maurizio Lapponi che, insieme al socio e amico Giuseppe Bozzetti, ha creato la “Lambo”, un’azienda floro-vivaistica, giunta ormai al ventunesimo anno di età, situata a Solarolo Rainerio, un piccolo centro racchiuso fra le province di Cremona e Mantova: un’area del tutto particolare dove è moto diffusa l’alberatura di foglia caduca.
Come ha iniziato la sua attività?
Ho sempre amato la natura e il fatto che gli alberi e le piante dipendessero dai cicli delle stagioni. Io e il mio socio abbiamo un vivaio per rose, rampicanti, arbusti e di alberatura che si estende per 30 ettari, perché crediamo che la nostra funzione, come quella di tutti i vivaisti, sia quella di coltivare piante che possano assorbire più carbonio possibile nell’aria e quindi contribuire a renderla più respirabile. Siamo poi sempre alla ricerca di piante nuove da introdurre nel mercato: cinque anni fa abbiamo stretto un accordo con alcuni ibridatori americani che, in esclusiva per l’Europa, creano per noi piante rarissime ma molto richieste dai nostri principali clienti: giardinieri, garden center, altri vivaisti e amministrazioni comunali che formano un portfolio di quattrocento voci.
Avete mai avuto richieste particolari?
Ricordo che anni fa dal parco tedesco della Warner Bros, la casa produttrice di cartoni animati, ci è arrivata una richiesta veramente bizzarra. Creare arbusti e cespugli che avessero forme e le sembianze dei personaggi dei loro cartoon: è stato un lavoro faticoso ma veramente divertente.
Com’è cambiato il settore begli ultimi anni?
E’ molto cambiato, perchè non molti anni fa ogni giardiniere poteva permettersi di tenere un vivaio, seppur ristretto, da mostrare ai propri clienti. Oggi, invece, tutto si gioca sui grandi numeri e il piccolo vivaista non può più permettersi di coltivare un numero elevato di piante e fiori, non fosse altro per l’infinità di varietà che offre il mercato. Ora il settore la logistica riveste un’importanza fondamentale poichè gli ordini sono diventati sempre più ridotti ma si sono moltiplicate le esigenze e le richieste.
Nonostante tutte le innovazioni in questo campo, è ancora un settore che si basa sui ritmi della terra?
Certo, il nostro vivaio è, come si dice, in piena terra e “caviamo” le piante quando perdono le foglie rispettando le tempistiche della natura. E’ questo uno degli aspetti più affascinanti del nostro lavoro: nonostante vengano creati ibridi in laboratorio, impensabile solo pochi anni fa, seguiamo ancora il ciclo delle stagioni, uno delle tradizioni più antiche che esistano. Il rispetto della natura si evidenzia anche con le coltivazioni biologiche: interrotte bruscamente una decina di anni fa perchè costose, sono tornate di moda. Infatti, ci è stato richiesto un test su alberi “bio” per 3000 metri quadrati. Non verranno usati diserbanti e disinfettanti chimici e quindi l’intera disinfestazione verrà fatta manualmente, come molti anni fa. La natura esisteva quando siamo nati ed esisterà quando moriremo ma, troppo spesso, tendiamo a non valorizzarla abbastanza.
Quali sono gli aspetti più positivi del mestiere del vivaista?
Impegnarsi per la promozione dei prodotti vivaistici puntando soprattutto sull’impatto benefico che questi hanno dimostrato nei confronti di salute, ambiente, risparmio energetico, salvaguardia e abbellimento del paesaggio. In pochi sanno, ad esempio, che piantando alberi, orientandoli a sud e a ovest, si risparmia il 5% della bolletta energetica sia in inverno sia in estate. Gli effetti sulla salute sono impensabili: in collaborazione con un’associazione vivaista abbiamo fatto un esperimento triennale nel reparto di oncologia dell’ospedale di Carrara, dove abbiamo allestito una piccola area verde su un terrazzo. Il primario ha potuto verificare grandissimi benefici sui pazienti, ai quali erano state diminuite le dose di anti depressivi e ansiolitici, e persino sul personale medico dell’ospedale.
(Federica Ghizzardi)