Renato Zero ospite della nuova puntata di “All Together Now“, il game show musicale di successo condotto da Michelle Hunziker su Canale 5. Un’occasione davvero speciale per l’artista romano che ha da poco pubblicato il terzo ed ultimo capitolo di “Zero Settanta”, il triplo cofanetto di album di inediti pensato per celebrare e festeggiare con il suo pubblico e i “sorcini” i suoi 70 anni di vita. Una vita di canzoni che hanno segnato la storia della musica italiana, anche se i tempi storici sono cambiati come racconto lo stesso Zero dalle pagine de La Repubblica: “l’affronto che la melodia sta subendo oggi nella musica italiana lo sento proprio come un’urgenza, dovevo parlarne. La canzone oggi vive di anemia e abbandono, volevo invece sottolineare il bisogno della melodia e delle armonie, fondamentali per l’estensione di un brano e di un progetto. La musica ha un valore troppo grande per ognuno e noi musicisti e cantanti siamo dei distributori di emozioni, abbiamo una responsabilità enorme”. Non solo, Zero ha anche puntato il dito contro chi continua a definire la musica leggera: “ma quale musica leggera, non diciamo sciocchezze, la musica è una libertà necessaria, la nostra canzone ha fatto le guerre, da Vecchio scarpone fino ad oggi siamo tutti figli di una tradizione musicale che non dev’essere tradita”.
Renato Zero: “Le mie canzoni sono opere visive”
Renato Zero ha deciso di pubblicare un triplo disco di brani inediti, a distanza di un mese l’uno dall’altro, in un tempo in cui la musica è cambiata. Oggi si ascoltano le canzoni in streaming, i dischi quasi non si vendono più e la gente è imbambolata dai social e dalla dirette. Nonostante tutto l’arte di Renato è più viva che mai. Le sue canzoni sono delle vere e proprie opere d’arte che si scontrano con questi tempi difficili di pandemia che hanno costretto a bloccare teatri e concerti. “Le mie canzoni, le mie modeste opere, sono visive, forse non hanno bisogno di supporto, non è sempre detto che sia necessaria la mia fisicità” – ha dichiarato l’artista in merito a questa delicata situazione – “meglio il camerino rispetto al palco, meglio la sagrestia rispetto alla chiesa, senza la sagrestia e i suoi riti non ci sarebbe la messa. A 70 anni ho conquistato tappe che non avrei mai pensato di raggiungere, do poco peso alle classifiche e a quanto guadagno nelle tournée. Certo però che vedere i miei colleghi trigger e rider, i tecnici di palco, i datori luce stare fermi per così tanto tempo fa male”. A parte la musica, Zero ha un grandissimo progetto da terminare: la sua Fonopoli. “Sono stanco, non intendo barattare Zero con un elettorato qualsiasi, mantengo una coerenza che non prevede baratti… finora ci ho provato, attraverso 4 legislature e con 3 sindaci diversi: dovranno rispondere delle loro mancanze nei confronti delle giovani generazioni” – ha dichiarato l’artista che era riuscito a coinvolgere anche artisti del calibro di Gigi Proietti e Carla Fracci. Chissà che le cose non possano cambiare stando a quanto raccontato dall’artista: “ho sentito la Raggi e parlando di Fonopoli mi ha manifestato la volontà di volermi agevolare, anche se attraversiamo un periodo in cui si tratta di stringere la cinghia. Sarebbe interessante anche poter utilizzare a questo scopo una caserma abbandonata, sul territorio di Roma ma anche non necessariamente di Roma, un’ipotesi di concessione rinnovabile, ovvio, nessuno pretende. Mi piacerebbe lasciare al mio pubblico qualcosa di me”.