Mark Zuckerberg, inventore di Facebook e a capo di Meta, ha parlato nelle scorse ore al senato degli Stati Uniti nell’ambito dell’audizione sulla sicurezza dei minori sui social media. Presenti anche le famiglie di quei minorenni che a seguito di una “challenge” su Facebook o Instagram si sono tolti la vita o sono rimasti feriti in maniera grave. Incalzato con una serie di domande dirette, come spiega L’Avvenire, ad un certo punto Mark Zuckerberg si è alzato ed ha detto: “Mi dispiace, chiedo scusa, nessuno dovrebbe vivere il dolore che avete attraversato”, per poi sottolineare brevemente quali siano gli investimenti che la sua azienda ha fatto per evitare che accadano nuovamente episodi di questo tipo. “Nessuno dovrebbe attraversare quello che voi avete attraversato. È per questo che abbiamo investito così tanto e continuiamo a portare avanti sforzi per assicurare che altri non debbano passare quello che avete passato voi”.
Durissima la senatrice della South Carolina, Lindsey Graham, che rivolgendosi a Zuckerberg ma anche ai rappresentanti di altri social, ha detto: “Avete sangue sulle vostre mani”, ma anche “I vostri prodotti uccidono”. La discussione nel senato USA è giunta il giorno dopo il video choc di Justin Mohn, 32enne apparso su Youtube con la testa del padre in mano, mentre raccontava di averlo decapitato. Il video è stato bloccato ma nel frattempo era già stato visualizzato cinquemila volte.
MARK ZUCKERBERG: “MI DISPIACE”. QURESHI: “SOCIAL STANNO DISTRUGGENDO LE VITE”
“Stanno distruggendo vite umane e minacciando la democrazia. Queste aziende vanno domate e il peggio deve ancora venire”, ha aggiunto la Graham fra gli applausi dei presenti. Zamaan Qureshi, copresidente di Design It For Us, che si batte per dei social più sicuri ha invece chiesto urgentemente “una regolamentazione”, per poi spiegare: “Comprendiamo che sono aziende e devono realizzare profitti. Ma quando ci si trova di fronte a decisioni importanti in materia di sicurezza e privacy, le entrate in termini di profitti non dovrebbero essere il primo fattore che queste aziende prendono in considerazione”, dicendo che “queste aziende hanno avuto l’opportunità di farlo, ma hanno fallito”.