Antonella Di Bartolo è la preside dell’Istituto Comprensivo Statale “Sperone-Pertini”, nel quartiere sud-orientale di Palermo, e da dieci anni combatte contro l’assenteimo a scuola. In molte occasioni, come mostrato anche sui social network, la mattina è costretta a presentarsi sotto casa dei suoi alunni per convincerli ad andare in aula. Grazie al suo contributo, il numero coloro che non lo fanno è sceso dal 27% all’1%.
“La scuola è un diritto e un dovere per i bambini. È normale preoccuparsi quando sono assenti. L’iniziativa è nata con molta semplicità. Dopo l’appello, si telefona ai parenti. Se non risponde nessuno si va a citofonare. Se i citofoni non ci sono, si chiede l’aiuto dei vicini di casa”, ha raccontato a Uno Mattina. È un lavoro di squadra, che coinvolge la segreteria e i docenti, ma soprattutto le famiglie. “Dietro a una non frequenza, c’è una sensibilità atrofizzata dei genitori. È a loro che dobbiamo dare la sveglia. Inoltre è necessario incoraggiare gli alunni, perché il rientro non è indolore. La sensazione è di spaesamento. È importante che siano motivati, che capiscano che la scuola è accogliente e lì si fanno delle cose belle ed è un peccato perdersele. È così che torneranno giorno dopo giorno”.
Antonella Di Bartolo, la preside anti assenteismo a Palermo: la sua battaglia nel quartiere Sperone
Antonella Di Bartolo, la preside anti assenteismo, è diventata in questi dieci anni un punto di riferimento per le famiglie degli alunni della scuola del quartiere Sperone. “Adesso i genitori sono i nostri alleati, ci hanno regalato la loro fiducia. Quando sono arrivata gli iscritti erano 600, ora sono 1.100. Il plesso era in disuso, destinato alla chiusura. C’erano solo tre classi delle medie, di cui la prima era composta completamente da ripetenti”, ha ricordato.
Il lavoro è stato lungo, ma ha dato i suoi frutti. “Abbiamo rifondato la scuola, creando anche la materna che fino a quel momento non c’era. I genitori ci hanno aiutato, convincendo le altre persone del quartiere a iscrivere i loro figli. Anche se i momenti difficili ci sono stati, perché il quartiere è impegnativo e viene costantemente deprivato di opportunità. Noi ce ne inventiamo ogni giorno tantissime: dallo sport al teatro”, ha concluso.