Stasera su Rai 3 andrà in onda Bombshell – La voce dello scandalo, diretto da Jay Roach e con protagoniste Nicole Kidman, Charlize Theron e Margot Robbie. Per il film “Bombshell La voce dello scandalo” la storia vera è lo scandalo che nel luglio del 2016 coinvolse l’allora presidente e amministratore delegato di Fox News Channel, Roger Ailes. Il CEO fu accusato di molestie sessuali da Gretchen Carlson (Nicole Kidman), ex dipendente della potente emittente televisiva. In seguito una ventina di colleghe tra cui Megyn Kelly (Charlize Theron), ebbero anche loro il coraggio di far sentire la propria voce e denunciare l’accaduto. Fu il primo caso mediatico nel mondo dello spettacolo. Solo un anno dopo, nell’ottobre 2017, esplose poi lo scandalo più eclatante nel mondo hollywoodiano. Quello che travolse l’ex produttore cinematografico statunitense Harvey Weinstein, condannato nel 2020 a 23 anni di carcere, e in seguito al quale nacque il movimento femminista Me Too.
“Bombshell la voce dello scandalo” storia vera: Roger Ailes e il caso che ha anticipato il movimento Me Too
Ma qual’è la storia vera di “Bombshell la voce dello scandalo”? Roger Ailes, dopo gli importanti incarichi da consulente politico per la comunicazione di Richard Nixon, Ronald Reagan e George H.W. Bush, nel 1996 iniziò a lavorare per il colosso dei media Rupert Murdoch. Entrambi erano convinti che i canali via cavo fossero sbilanciati troppo verso sinistra. Per rispondere all’informazione di emittenti televisive come la Clinton News Network (Cnn), nacque così la Fox News Channel che diede voce a una grande fetta repubblicana conservatrice raggiungendo nel tempo “la media di 2 milioni di spettatori al giorno” e “ascolti maggiori di CNN e MSNBC messi insieme”. Non a caso il Post lo descrisse come “l’architetto principale del Partito Repubblicano moderno e del movimento conservatore”. Quella di Roger Ailes fu una delle attività più remunerative in casa Murdoch. Nel luglio 2016 però la conduttrice televisiva Gretchen Carlson, lo accusò di molestie sessuali depositando la denuncia in un tribunale del New Jersey, dove Roger Ailes aveva la residenza. Un escamotage per raggirare delle clausole contrattuali all’interno della Fox News e poterlo denunciare. Secondo l’anchorwoman venne licenziata qualche settimana prima perché non si lasciò tentare da avances sessuali del presidente. Roger Ailes sentendosi rifiutato si sarebbe vendicato trasferendola dalla conduzione di Fox & friends a un programma pomeridiano minore, e in seguito al licenziamento. Lui negò sempre. Ma la Carlson lo incastrò con delle registrazioni di loro conversazioni in cui Roger Ailes avrebbe detto: “Penso che io e te avremmo dovuto iniziare una relazione anni fa, che avrebbe reso felice sia me che te” che mosse la 21st Century Fox a fare un’indagine interna (Repubblica “Usa, Ceo Fox News denunciato: giornalista lo accusa di moleste sessuali”). Il figlio di Rupert Murdoch, James, assunse uno studio legale esterno, Paul Weiss, e in seguito a più di una ventina di testimonianze tra cui quella della giornalista e conduttrice televisiva Megyn Kelly, che dieci anni prima Roger Ailes cercò di baciare, la famiglia Murdoch lo obbligò a dare le dimissioni. La causa di molestie intentata da Gretchen Carlson si appianò con un accordo privato: un risarcimento da 20 milioni di dollari e delle scuse ufficiali da parte di Fox News.
Roger Ailes: per un colpevole, vale la presunzione di innocenza?
Roger Ailes perse in pochi mesi l’impero che aveva creato in un ventennio. Dopo lo scandalo, divenne consigliere per la campagna presidenziale di Donald Trump. Nel maggio 2017, dopo una brutta caduta causata dal peggioramento dell’emofilia, morì in ospedale. Aveva 77 anni. “Se colpisci il re, è meglio che lo uccidi” (The Hollywood Reporter “Michael Wolff on Roger Ailes’ Final Days and a Complicated Murdoch Relationship”). Così sostenne provocatoriamente Michael Wolff dopo la sua morte. Citando lo stesso Ailes. Il biografo di Rubert Murdoch sostenne che il re della Fox News per ricevere il suo compenso dovette accettare l’accusa senza possibilità di difendersi. Sempre dalla sua parte anche la moglie Elizabeth Tilson e il figlio Zachary Ailes. Interessante poi, per molti sconcertante (The Washington Post “What is feminist hero Susan Estrich doing representing Roger Ailes?”), che uno degli avvocati che rappresentò Roger Ailer fu l’avvocato Susan Estrich (nel film interpretata da Allison Janney). Democratica (prima donna che si occupò della campagna di un candidato presidenziale importante, il democratico Michael Dukakis), “studiosa di diritto femminista emergente” e “attraverso i suoi prodigiosi scritti ( come “Real Rape”) ha contribuito a cambiare la concezione legale e culturale dello stupro (da lei subìto)”. Per quanto Roger Ailes e Susan Estrich avessero vedute differenti, l’avvocato disse di rappresentare un’amicizia lunga trent’anni e che lui non l’aveva mai abbandonata in un momento della sua vita di grande difficoltà.
Ma non solo. Secondo Susan Estrich “l’individuo viene condannato molto prima che abbia avuto l’opportunità di difendersi”. E in un articolo del 2021 : “Il New York Times l’ha definito (la sua rappresentanza a Roger Ailes) “Il curioso caso di Susan Estrich”. Non lo consideravo affatto strano. (…) Un vecchio adagio del diritto dice che la massima vocazione di un avvocato è rappresentare il cliente odiato, quello che è già stato condannato in un processo pubblico” (“Not Again. By Susan Estrich”). Difatti però per la clausola di non concorrenza con la Fox News, gli convenne arrendersi alla condanna pubblica per poter ricevere i 40 milioni che gli sarebbero spettati a fine contratto (2018). Nella lettera di dimissioni Roger Ailes scrisse: “Sono fiero nel ruolo che ho avuto per favorire la carriera di molte donne che ho promosso in ruoli direttivi o davanti alle telecamere. Molte di queste giornaliste di talento hanno meritato di diventare volti familiari noti soprattutto per la loro forza e intelligenza, sia nel dare le notizie, in modo onesto ed equilibrato, sia condividendo i loro pensieri nei nostri programmi di opinione” (Il Post: “Il capo di Fox News si è dimesso”). Questa è una storia dove le protagoniste sono le donne e il loro coraggio. Ma anche la storia di un uomo divorato da un processo mediatico e senza “presunzione di innocenza”.