Gli italiani gongolano ancora pensando alla testa di Materazzi che il 9 luglio 2006 a Berlino insaccò la palla del pareggio mandando gli azzurri a vincere ai rigori contro la Francia. Zidane, ancora oggi, pensa alla sua di testa, persa improvvisamente e scagliata contro il petto erculeo del solito Matrix. Da allora repliche, strascichi, attenuanti e accuse, ma nessuna scusa ufficiale. Zizou si è sempre dichiarato dispiaciuto per il gesto, ma mai pentito, ritenendo le provocazioni del centrale italiano una giusta causa.
Oggi la svolta: «Non ho mai detto che ho fatto bene a dare una testata a Materazzi. Non sta bene, me ne pento». Il mea culpa di Zidane viene svelato più di due anni dopo la famosa finale grazie ad una biografia non ufficiale che svela un retroscena inedito dell’atto finale della carriera di Zizou. Una confessione che l’ex juventino avrebbe fatto in occasione del viaggio in Algeria, nel dicembre del 2006, a un cugino, Akbou, che da Algeri lo accompagnava nel paesello in Kabilia da dove proviene la famiglia di Zidane. Un viaggio di tre ore, un ritorno alle origini, che avrebbe facilitato la “confessione alla tribù, alla sua gente. Un onore”.
Zidane ha sempre rifiutato di stringere la mano a Materazzi e chiudere la querelle che dura da due anni. Nell’agosto 2006, in un’intervista televisiva su Canal+, chiese scusa, ma solo ai ragazzini di tutto il mondo, pentendosi di un gesto inappropriato. Ma su Materazzi, neanche una parola. Ma quella partita, secondo alcune fonti vicine al giocatore, lo ossessiona ancora oggi e l’ex bianconero l’ha rivista una ventina di volte, di notte, da solo.