Il cuore impavido dello scozzese Andy Murray non ha avuto timore dinnanzi a sua maestà Rafael Nadal. Il maiorchino, reduce dall’oro olimpico e dall’affermazione nel circuito ATP dove ha scavalcato il rivale di sempre Roger Federer agguantando il primo posto, è apparso senza benzina e mai veramente in partita. Murray, ultima speranza del tennis britannico oramai orfano dei suoi eroi, è invece risultato determinato sin dal primo scambio, facendo sempre la partita e costringendo l’avversario a rincorrere. Non è bastata la pioggia ad aiutare Rafa: l’uragano Hanna aveva causato l’interruzione del match sabato sera con lo scozzese che aveva già dimostrato di essere nettamente più in palla, portandosi avanti di due set. Nel secondo, in particolare, dopo gli assalti sventati da Nadal che aveva annullato svariate palle break a Murray, il tie-break aveva definitivamente sancito la volontà di Murray di fare sul serio. Segnali di ripresa da parte del campione olimpico nella terza frazione di gioco, interrotta dalla pioggia con lo spagnolo avanti di un break.
L’interruzione sembrava potesse giovare a Rafa, che ieri sera è tornato in campo ricominciando da dove si era fermato: terzo set per lui e inerzia della gara che sembrava poter pendere dalla sua. Ma a questo punto lo scozzese, che poteva accusare un crollo psicologico davanti ad un giocatore le cui sconfitte negli ultimi anni si possono contare sulle dita di una mano, ha dato dimostrazione di tutta la sua forza e determinazione. Nel quarto set si vede nuovamente annullare sette palle break, poi cede la battuta ad un Nadal che si porta sul 3-1 spremendo tutto quello che ha da spremere dopo una stagione massacrante. Ma Andy si riprende dando nuovamente prova della sua tenuta psicologica, nonchè della sua competenza e tecnica: il break che infligge all’avversario e che gli regala l’accesso alla finale è un sontuoso campionario del gioco del tennis: dritto, rovescio, forza, precisione e intelligenza e una morbida voleeè che chiude il gioco: era da tempo che non si vedeva, fatta eccezione per i primi due al mondo, un giocatore così completo e maturo.
La finale, ora, è tutta un’altra cosa. Federer ha sicuramente una gran voglia di rivalsa dopo le opache prestazioni seguite alla finale persa a Wimbledon, ma Murray sicuramente non mollerà l’osso sul più bello e la splendida semifinale vinta ha sicuramente accresciuto in lui la consapevolezza di potercela fare. I due si sono già incontrati e il bilancio è a favore del britannico, vincente due volte su tre: a Cincinnati nel 2006 (7-5 6-4) e a Dubai quest’anno (6-7 6-3 6-4). Federer invece ha avuto la meglio nel 2005 a Bangkok (6-3 7-5). Lo scozzese, che chiuderà il torneo agguantando il quarto posto nella classifica del circuito, incontrerà lo svizzero stasera alle 23 ora italiana: è il primo britannico ad accedere alla finale del torneo dai tempi di Fred Perry. Era il 1936.