Domenico Marocchino, opinionista televisivo, fa il punto sulla stagione della Juventus alla vigilia della sentita sfida con la Fiorentina, guidata dal suo ex compagno di squadra e amico Cesare Prandelli, «uno che quando giocava si capiva già che sarebbe diventato allenatore».

La Juventus si sta avvicinando alla testa della classifica e non può perdere il ritmo e la Fiorentina ha bisogno di punti in vista di una battaglia all’ultimo sangue per il quarto posto. Come vede la sfida?

Sono sempre partite molto aperte. La Fiorentina quest’anno va un po’ a fase alterna. La Juventus gioca bene anche se ha dovuto fare i conti con molti infortuni. La Fiorentina è una squadra di vertice, molto propositiva, che gioca sempre per vincere, quindi la partita sarà da tripla, anche se la Juve è molto concentrata e pragmatica in questo momento.

Cosa manca alla Fiorentina?

La squadra è buona anche se avrebbe bisogno di uno o due grandissimi giocatori, uno a centrocampo e uno dietro. Questo servirebbe per puntare dritto alle prime due posizioni, anche se adesso è un’ottima squadra che può puntare sicuramente a un piazzamento in zona Champions.

Sulla panchina dei Viola c’è Prandelli, una sua vecchia conoscenza…

Con Cesare ho passato 6 anni particolari, dai 19 ai 25. Siamo stati compagni in Cremonese, Atalanta, Juventus e abbiamo fatto anche il militare insieme. Oltre che un ottimo giocatore è sempre stata una persona eccezionale, ponderata, equilibrata. Ogni tanto mi sgridava anche, io ero un po’ anarchico, mentre lui era riflessivo, con una grande capacità di ascoltare e di trasmettere fiducia ai compagni. Si capiva già è che era predisposto per fare l’allenatore.

Ci racconti un aneddoto di quando eravate compagni di squadra…

Eravamo in ritiro con la Juventus io, lui e Roberto Tavola. Ricordo che avevamo parlato a lungo di fantasmi. Quella notte Prandelli si nascose nella nostra stanza, sotto il letto di Tavola. A un certo punto inizia a pizzicare le gambe di Roberto fingendosi un fantasma… Questo per far capire che è anche una persona ironica e divertente, un po’ come tutto l’ambiente in cui è cresciuto, quello della Cremonese, di Mondonico.

La Fiorentina ha mai cercato di comprare Marocchino?

Ho avuto un contatto l’anno in cui ho lasciato la Juve. C’era Allodi come direttore sportivo, e lui era stato quello che mi aveva fatto fare il salto dal settore giovanile al professionismo. Poi non se ne fece niente.

Ranieri sta facendo un ottimo lavoro sulla panchina della Juve, ma i suoi sforzi non sembrano essere completamente riconosciuti dall’ambiente…

Io ho la massima stima di Ranierti, sta facendo benissimo. Purtroppo deve fare i conti con la scomoda eredità di grandissimi allenatori come Trapattoni, Lippi, Capello… Anche se va sottolineato che loro hanno avuto rose più ampie, con più nazionali. Ranieri ha dovuto ricostruire la squadra senza avere in campo il talento che avevano i suoi predecessori. E l’ha fatto bene, visto che l’anno scorso i bianconeri sono arrivati terzi e quest’anno sono secondi…

Come vede la Juve in Champions?

Le fasi ad eliminazione sono diverse dai gironi in cui hai sempre la possibilità di recuperare. Ora, con la fase a eliminazione, la componente emotiva e psicologica è più difficile da gestire. Però va detto che i bianconeri hanno dato dimostrazione di avere le idee chiare e di essere una squadra compatta, come contro la Lazio. Passati in svantaggio non si sono fatti prendere dal panico e sono riusciti a recuperare.

Buffon sta vivendo una stagione sfortunata…

E’ un momento che sicuramente passerà, Buffon gioca da una vita e durante una carriera i momenti sfortunati capitano.

Passiamo all’Inter: Mourinho si arrabbia quando lo paragonano a Mancini

Non è facile entrare in un club che ha vinto molto nell’ultimo periodo e dare nuove motivazioni. La sua squadra è simile a quella di Mancini anche perché quest’anno non sono arrivati fenomeni. Va da se che giochino più o meno gli stessi che giocavano col Mancio.

Vicenda Kakà. Si sta dicendo tutto e il contrario di tutto, è possibile che tutte queste voci gli abbiano fatto perdere la tanquillità?

Penso che in questo momento Kakà sia abbastanza tranquillo e personalmente sono contento che sia rimasto in Italia.