Importanti dichiarazioni rilasciate oggi dall’amministratore delegato del Milan Adriano Galliani. Molti gli argomenti trattati: dal campionato, al futuro di Ancelotti, all’affare Beckham fino alla questione dello stadio. La prima battuta è sulla corsa allo Scudetto, che per i rossoneri sembra ormai virtualmente chiusa: «Gli 11 punti di distacco dall’Inter ci dicono che il primo posto è difficilissimo – spiega Galliani a La politica nel pallone su GR Parlamento – il campionato è quasi chiuso, per Milan e Juve è molto difficile recuperare questi punti. Due punti a partita sono un buon ruolino di marcia, ma l’Inter sta facendo troppi punti». E proprio nell’ultima giornata di campionato, il mister Ancelotti ha ricevuto dei fischi indecorosi da parte di una parte del pubblico di San Siro, forse stanco e desidero di “facce” nuove: « I fischi ieri sono arrivati quando è entrato Ambrosini al posto di Inzaghi, ma non c’erano altre possibilità – aggiunge l’ad rossonero – l’affetto e la stima verso Ancelotti restano invariati. Leonardo? L’ho voluto io, è una persona che trovo straordinaria. Vuole fare l’allenatore in futuro, però non ha mai pensato di fare l’allenatore del Milan 2009/10. Un giorno lui come tanti altri avrà i requisiti per essere il tecnico del Milan il giorno che cambieremo Ancelotti».
Una battuta quindi sul nuovo stadio, da tempo argomento molto chiacchierato in quel di Milano: «Sogno derby tra Milan e Inter in due stadi diversi – spiega Galliani – ci sono grandi problemi a San Siro per introiti e sponsor, perchè lo stadio ogni settimana cambia ‘colorè. Il Milan pensa di rimanere a San Siro, ma i due club debbono poter avere due stadi diversi solo così potranno continuare ad essere competitivi». Infine un commento sull’affare Beckham che sembra essersi incagliato: «Le offerte del Milan sono per Beckham, ma lì il giocatore è considerato testimonial della Lega e di tante altre questioni commerciali. I suoi legali stanno negoziando. Ripeto, per noi Beckham sarebbe una delle stelle, negli Usa è ‘la stellà, e questo è il problema. Lui è disponibile a rinunciare a moltissimi soldi che avrebbe negli Stati Uniti. Ci sono tre ipotesi: la peggiore per noi è che torni negli Stati Uniti il 9 marzo, poi ci sono quelle che rimanga fino al 30 giugno o che resti fino al 30 giugno 2010. È chiaro che io sarei per la terza ipotesi. I Los Angeles Galaxy avrebbero una grande perdita e quindi li capisco. In Europa però un calciatore è valutato come tale, e quindi non ci possono essere enormi differenze di valutazione fra i club».