Nuove intercettazioni vengano a galla nell’udienza che si è tenuta ieri nel tribunale di Napoli. Il pool di legali di Luciano Moggi, ex direttore generale della Juventus, punta a scagionare il proprio assistito con la formula del “chiamavano tutti”. Svelata in particolare la famosa chiamata “asso nella manica” riguardante un azionista di maggioranza di un club non coinvolto nella prima calciopoli. Una telefonata fra il compiano Giacinto Facchetti, ex presidente dell’Inter, e Bergamo, ex designatore arbitrale.



«E’a Milano – Facchetti parla di Moratti a Bergamo – se ti capita di venire giù perché aveva là un regalino da darti». Difficile capire se la telefonata rappresenti un illecito o meno fatto sta che lascia comunque pensare e riflettere. Se c’era una cosa che è sempre mancata in ogni intercettazione era proprio “lo scopo” dell’eventuale favoreggiamento di una squadra o dell’altra.



C’è tempo anche per il giallo Facchetti-Collina. «Vabbé ma metti dentro Collina», l’avvocato Trofino attribuisce tali parole all’ex presidente nerazzurro. In serata, però, interviene il figlio Gianfelice, indignato per la falsificazione della telefonata: «Un cosa vergognosa e inaccettabile – dice Facchetti junior ai microfoni di Sky Sport 24 – è per primo Paolo Bergamo a nominare Collina». Una nuova bufera è all’orizzonte, il peggio non sembra ancora essere passato.

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