Il problema non è tanto se parli, ma cosa dici. Questo è quello che avranno pensato in molti leggendo le intercettazioni che chiamano in causa in questi giorni anche l’Inter e altre squadre nel polverone calciopoli. Questo è quello che diceva Moratti nel pieno della “buriana”, cioè nell’agosto del 2006, quando le intercettazioni che riguardavano i colloqui suoi e di Giacinto Facchetti con Paolo Bergamo non erano ancora uscite. Ecco alcuni stralci dell’intervista rilasciata da Massimo Moratti al magazine del Corriere della Sera del 31 agosto 2006:
“Non c’è niente di male a parlare con Bergamo. La differenza sta nelle cose che si dicono…”, affermava il patron nerazzurro che continuava: “Loro chiamano per sapere se va tutto bene”. Moratti nega di aver mai chiamato un designatore “Ma posso aver ricevuto da loro qualche telefonata in cui mi chiedono opinioni”.
Quindi c’è sempre stata la possibilità che uscissero prima o poi intercettazioni in cui c’era anche Moratti: "Solo telefonate normali – continuava il patron nerazzurro – senza alcun interesse". Infine un giudizio sulla Juventus di allora: " La Juve aveva un ottimo allenatore e un’ottima squadra. Potevano benissimo vincere senza bisogno di trucchi, ma volevano essere sicuri al 100%. Pensavano: non possiamo permetterci il minimo rischio di perdere. Il sistema Moggi era come un’assicurazione".