Serbia-Italia un anno dopo. 12 ottobre 2010, la partita di Genova viene interrotta dopo pochi minuti a causa dei gravi incidenti causati dagli ultras serbi. Una delle pagine più tristi del calcio degli ultimi anni, che portò al successo a tavolino per 3-0 assegnato all’Italia e a parlare più di sicurezza e di ultras che di calcio giocato ora, prima della partita di ritorno. Nessun tifoso italiano potrà assistere alla partita e le autorità locali garantiscono che si vedrà “il vero volto dei serbi”, calorosi ma accoglienti.

Sperando che stasera vada tutto bene da questo punto di vista, parliamo quindi di calcio: l’Italia, per la prima volta nella sua storia, è qualificata agli europei con due giornate d’anticipo, quindi la partita è molto più importante per la Serbia, che vincendo si garantirebbe il secondo posto (che porta ai play-off) rendendo inutile l’ultima trasferta a Maribor contro la Slovenia, altro match a rischio ordine pubblico. Ma Prandelli ci tiene a fare bene, per vari motivi: intanto l’Italia sta tornando ad affezionarsi a una Nazionale che vince e gioca bene, e il ct ci tiene a consolidare questo rapporto gara per gara; e poi vincere aiuta a tenere alto il ranking che è determinante per le fasce del sorteggio, il che può essere molto importante. Infine, la difesa italiana è la migliore d’Europa (1 gol subito in tutte le qualificazioni), ed è un record che Prandelli vuole conservare. Anche Bruno Pizzul ha sottolineato l’importanza di questa partita (leggi l’intervista a Bruno Pizzul).
Si parlava di difesa. Prandelli si affida al blocco Juve, con Buffon in porta e in difesa coppia centrale Barzagli-Bonucci e Chiellini terzino sinistro, con il napoletano Maggio unico “estraneo”. Molto motivati gli juventini, che vogliono difendere il record e rispondere a chi ritiene che la difesa sia il punto debole della squadra di Conte con una bella prestazione in un clima che sarà sicuramente caldissimo e nel quale i serbi imposteranno la partita sul piano dell’agonismo (e magari della provocazione). A centrocampo quello che è stato ribattezzato il “trio qualità” De Rossi-Pirlo-Marchisio, anch’esso a forti tinte bianconere e che dovrà ben gestire il pallone nella bolgia del Marakana, e Montolivo nel ruolo di trequartista. Lui purtroppo ultimamente è abituato ad avere il pubblico ostile, ma sta reagendo con buone prestazioni nella Fiorentina e vorrà far bene pure con l’Italia. In avanti l’attacco ormai tradizionale (anche a causa degli infortuni), con la coppia Cassano-Rossi, altro segno di una Nazionale che vuole basarsi sul gioco palla a terra e la qualità. La probabile formazione (4-3-1-2) vede quindi Buffon; Maggio, Barzagli, Bonucci, Chiellini; De Rossi, Pirlo, Marchisio; Montolivo; Rossi, Cassano.
La Serbia si affida alle sue stelle “italiane” Krasic e Stankovic e ai 55.000 del Marakana per raggiungere con una gara d’anticipo gli spareggi. Anche a Belgrado si parla più dell’ordine pubblico che della partita, perché c’è il terrore che se qualcosa andasse storto, la Uefa potrebbe squalificare la Serbia dalle prossime competizioni (quindi, niente qualificazioni mondiali). Il ct Petrovic teme soprattutto Pirlo, Cassano e Rossi, ma capitan Stankovic a vincere appunto per ipotecare gli spareggi. Unico dubbio di formazione è quello legato a Vidic: il difensore del Manchester United non è in perfette condizioni fisiche, ma è il perno della difesa e quindi si farà di tutto per schierarlo titolare. I serbi si schiereranno con un 4-2-3-1 con Jorgacevic in porta, Ivanovic, Rajkovic, Subotic e Kolarov in difesa (se recupera Vidic, esce uno tra Rajkovic e Subotic), Stankovic e Petrovic mediani, Krasic, Ninkovic e Tosic in appoggio alla punta Pantelic. Arbitra il portoghese Pedro Proenca, ma ora la parola (speriamo) al campo: manca poco al fischio d’inizio di Serbia-Italia.

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