Mario Balotelli, attaccante italiano del Manchester City, ha il vizio del fumo. A confermarlo è il suo coach, Roberto Mancini, che nella conferenza stampa che si è svolta il giorno prima della partita di Premier League contro il Sunderland ha dichiarato ai giornalisti: “So che Balotelli fuma. Gli ho detto di smettere: se fosse mio figlio, lo prenderei a calci nel sedere. Ripeto: so che fuma e per me non va bene, ma io non sono suo padre o sua madre. Se fosse mio figlio, lo prenderei a calci nel sedere. Ci sono tanti giocatori che fumano in Italia e credo anche qui. Non credo che Mario fumi molto, forse cinque o sei sigarette al giorno. Ma io gli ho detto comunque che dovrebbe smettere”. Balotelli dall’inizio della stagione ha realizzato otto reti in campionato e tre in altre occasioni. Combinando nello stesso tempo guai a non finire. Come scrive la Gazzetta dello Sport, a ottobre Balotelli ha incendiato la sua villetta nel Cheshire per il fatto di avere utilizzato dei fuochi d’artificio in bagno. Come se non bastasse, Macini in conferenza stampa ha scherzato con il fuoco commentando: “Eh, i fuochi d’artificio li ha accesi con le sigarette…”.
Solo due giorni fa Mino Raiola, procuratore del calciatore, aveva dichiarato: “Balotelli sta cominciando a giocare per la squadra. Ho già detto e ora ribadisco che diventerà il giocatore più forte del mondo. Gioca bene solo con Mancini? Ha dato il meglio di sé fino ad ora con Mancini. Mourinho non credeva in lui, Mancini lo sta facendo diventare giocatore”. Nel frattempo, come sottolinea “Mirror Football”, Balotelli è rimasto coinvolto in scontri con i compagni di squadra durante gli allenamenti, ha ottenuto ben tre cartellini rossi e ha esibito una t-shirt con la scritta “Why Always Me?” (“Perché sempre io?”) dopo avere segnato la prima delle sei reti grazie a cui il City ha sconfitto il Manchester United per 6 a 1. La maglietta si riferiva per l’appunto all’episodio dell’incendio nella sua villetta. Mancini ha già espresso il desiderio di una svolta di Balotelli a partire dal 2012, in grado di renderlo più maturo dentro e fuori dal campo, in modo tale che il 21enne possa giocare un ruolo chiave nella corsa del Manchester City per il titolo di campione d’Inghilterra.