Comincia oggi una nuova avventura per la Nazionale azzurra. L’Italia di Cesare Prandelli si prepara a partire da oggi in vista delle due partite delle qualificazioni mondiali che si giocheranno venerdì in Armenia e martedì prossimo a Milano contro la Danimarca. Due tappe importanti verso il Brasile, dopo il pareggio in Bulgaria e la vittoria contro Malta: solo la prima del girone si qualificherà direttamente per la fase finale del torneo iridato. Il c.t. presenta così le due partite che ci attendono: “Due partite delicate, importanti e forse decisive. Sono convinto che gli errori commessi nelle prime gare di qualificazione non si ripeteranno più”. I temi toccati dal mister bresciano nella conferenza stampa di apertura sono stati davvero tanti.

Si parte da Daniele De Rossi, o meglio dalla sua esclusione dalla partita contro l’Atalanta perché Zeman lo ha accusato di essersi allenato con poco impegno: “È un’accusa pesante, oggi ne parleremo con Daniele. Ogni allenatore ha il sacrosanto diritto di fare delle scelte e giustificarle. Mi metto nei panni del calciatore ed immagino voglia dimostrare che tutto ciò non è vero rimboccandosi le maniche”. Poi si passa a Mario Balotelli, che finalmente ritorna a vestire l’azzurro dopo gli Europei: “Dico la verità, quando decise di operarsi proprio nelle due settimane dedicate agli impegni con le Nazionale, ci rimasi male. Ma punto sul suo orgoglio e sul talento per capire per l’ennesima volta se ha voglia di diventare un campione. La maglia azzurra è una cosa straordinaria per tutti i calciatori. Se ho pensato di non convocarlo? Ho fatto alcune riflessioni, poi ho rivisto mentalmente le sue ultime partite con la Nazionale e l’ho chiamato. Voglio rivedere quello spessore”. Se ‘SuperMario’ è tornato, è invece rimasto a casa il pur ottimo Antonio Cassano visto nell’ultimo periodo con l’Inter: “Perché non ho chiamato Antonio? Nel biennio scorso su di lui ho vinto la mia scommessa quando nessuno credeva potesse darci una mano. Adesso voglio vedere qualcosa di diverso come profondità, senza dare punti di riferimento agli avversari. Ciclo chiuso per lui in azzurro? No, ripeto, ho preferito puntare su ragazzi giovani sapendo perfettamente cosa Cassano può darci. Feci la stessa scelta con Di Natale, sapendo che lo avrei sempre potuto chiamare per risolverci i problemi”.

Prandelli sottolinea poi la situazione diversa di Alberto Gilardino, che invece è tornato nel giro azzurro: “Alberto sa perfettamente qual è adesso il suo ruolo, ovvero essere la nostra quinta o sesta punta. Se convoco Cassano è per farlo giocare titolare”. Tra i ritorni in azzuro, spiccano anche – per motivi diversi – quelli di Domenico Criscito e Antonio Candreva: “È stata una decisione tecnica ed umana quella su Criscito. Appena la Procura di Genova ha archiviato l’avviso di garanzia, c’erano le condizioni per chiamarlo di nuovo, ed è una gioia per me averlo qui. Non è certo stata una decisione sofferta, anzi. Candreva è la vera novità di questo inizio di stagione. Lo abbiamo seguito, può fare l’esterno ed ha grandi qualità. E’ stato bravo a farsi apprezzare recuperando il rapporto con un ambiente difficile. Significa che ha carattere”. Poi ecco cosa chiede il c.t. ai suoi ragazzi: “Dobbiamo alzare l’intensità di gioco, solo così poi possono emergere i valori tecnici. Lo scorso anno la Juventus ha fatto esattamente questo, ed i risultati si sono visti. Lavoreremo sia sulla difesa a 3 che a 4. Perché oggi è giusto modellare la squadra a seconda anche dell’avversaria che incontri. Quando affronteremo due punte centrali, meglio quella a tre, se invece ci troveremo davanti attaccanti esterni passeremo a 4. Nel calcio moderno non ha senso fossilizzarsi su un sistema unico. Punto su un bel gruppetto di giovani. Verratti può giocare in diversi modi, per non dare punti di riferimento. Venti giorni fa ho parlato con Del Bosque ed anche lui mi ha detto che dopo il Mondiale ha cambiato il 50% dei giocatori. Andando all’Europeo successivo e vincendo nuovamente. Rinnovarsi è l’unica strada possibile”. Infine, il rapporto con i club: “Vogliamo essere un punto di riferimento per i club, in un rapporto che sta migliorando in continuazione. Capiamo le esigenze di ogni squadra. I calciatori sono monitorati per assicurare loro il meglio, abbiamo delle innovazioni da proporre sul recupero dopo le gare. Pirlo stanco? Ho parlato con Conte, ci siamo trovati d’accordo su tutto. Abbiamo la stessa visione delle cose anche perché lui ha giocato in Nazionale”.