Finisce 1-0 per il Chelsea la semifinale di andata di Champions League, ed è un risultato a sorpresa. Il Barcellona, favorito alla vigilia, tiene palla per tutta la partita e comanda le operazioni per novanta minuti, ma risulta sterile quando si tratta di concludere. Coglie comunque una traversa e un palo clamorosi, Cech fa il resto parando tutto e il centrocampo dei Blues, con Meireles e Lampard strettissimi a ridosso di Mikel, chiudono gli spazi centralmente, dove Messi non sfonda quasi mai. Così il Chelsea va a giocarsi il ritorno del Camp Nou avendo due risultati su tre a disposizione, e potendo permettersi anche di perdere, sempre che segni e non prenda più di un gol di scarto. Il Barcellona deve riflettere su una gara che ha dominato ma che non ha saputo portare a casa: Guardiola l’aveva detto: “Saraà dura segnare”. Forse, però, nemmeno lui se l’aspettava così.
Guardiola lascia in panchina Pique, che non è al meglio, e propone Puyol al centro con Adriano a sinistra; Di Matteo risponde con il 4-3-3 nel quale non trova posto Kalou, perchè Ramires gioca sulla linea di Drogba e c’è Meireles a centrocampo. Il Chelsea tocca il primo pallone dopo un minuto e venti, ma lo fa con un fallo: è l’antipasto di quello che accadrà per tutto il primo tempo, con il Barcellona che fa girare palla a ripetizione ma non trova spazi, contro una squadra impostata palesemente per difendere la porta e poco altro. Drogba scatta in posizione regolare ma controlla male al limite dell’area, poi è un monologo blaugrana: Sanchez al 9′ colpisce la traversa interna con un pallonetto a scavalcare Cech su invito delizioso di Iniesta che aveva scambiato con Messi, otto minuti più tardi Iniesta riceve in area da Messi, calcia a colpo sicuro ma trova Cech, sul tap in orrenda conclusione sballata di Fabregas, che al 43′ si vede respingere sulla linea un tiretto anemico da Ashley Cole. Il Chelsea subisce ancora e ancora, non tiene palloni davanti, finisce costantemente in fuorigioco, eppure all’ultimo minuto di recupero passa: Ramires scappa a sinistra dove Dani Alves perde un giro in difesa, cross in mezzo all’area per Drogba che sfrutta un paio di scivoloni dei centrali blaugrana e batte inesorabilmente Valdes che riesce solo a toccare. Epilogo di frazione impensabile che premia i Blues molto al di là dei loro meriti. Certo, il Barcellona dovrà alzare l’asticella della concretezza e del cinismo se vuole riprendere la partita e uscire da Stamford Bridge con un risultato favorevole.
Si riparte con lo stesso canovaccio di prima: il Barcellona fa la partita, il Chelsea sta dietro, ancora di più perchè la gara l’ha giò sbloccata. Già al 6′ minuto Adriano parte in slalom e tenta il destro a giro: attento Cech. L’occasione grossa i blaugrana ce l’hanno al 58′: Sanchez riceve una palla filtrante da Messi, ma il pallone gli rimane sotto il piede e nell’attimo che impiega per liberare il piatto da due passi, Ashley Cole lo rimonta e lo costringe a tirare fuori. E’ il preludio alla sostituzione del cileno, che lascia il posto a Pedro dopo una gara incolore. Il Chelsea si chiude ancora id più con il passare dei minuti, il Barcellona si prende un paio di punizioni al limite con i guizzi di Messi ma non le sfrutta a dovere. E’ una gara che non vive di sorprese, i Blues provano anche a mettere fuori il naso ma non creano nulla, se non un pallone buttato in mezzo sul quale Cahill commette fallo di mano nello stopparlo. Man mano che passano i minuti, gli inglesi sentono l’impresa avvicinarsi. Guardiola prova a scuotere il suo centrocampo inserendo Thiago Alcantara per Fabregas, arriva qualche tiro ma la mira scarseggia. Si arriva all’87’ minuto, e il Chelsea comincia a rivivere l’incubo Iniesta: punizione liftata di Messi, Puyol ci mette la testa spizzando verso l’angolino, Thiago non ci arriva per la deviazione che spiazzerebbe Cech, e il portiere si allunga e la mette in angolo. L’arbitro Brych concede tre minuti di recupero, e all’ultimo il Barcellona decide finalmente di tirare appena dentro l’area: lo fa Pedro, che calibra il piatto rasoterra dopo una percussione di Messi che arriva in qualche modo al centro e poi scarica: ma il destro di Pedrito, chirurgico, trova solo il palo, con Ashley Cole che forse la sfiora in maniera decisiva. Non servirebbe a nulla, però, se Busquets non regalasse il pallone agli spettatori in piccionaia con la porta spalancata. Finisce qui: esulta il Chelsea che andrà al Camp Nou per difendere il pareggio, il Barcellona perde dopo 15 risultati utili consecutivi e adesso è chiamato alla remuntada.
47′ pt Drogba
Cech; Ivanovic, G. Cahill, Terry, A. Cole; Lampard, Mikel, Ramires; Mata (74′ Kalou), Drogba, Ramires (88′ Bosingwa). All. Di Matteo
Victor Valdes; Dani Alves, Mascherano, Puyol, Adriano; Xavi (87′ Cuenca), Sergio Busquets, Iniesta; Sanchez (66′ Pedro), Messi, Fabregas (78′ Thiago Alcantara). All. Guardiola
Ammoniti: Ramires, Pedro, Sergio Busquets, Drogba
Recupero: 2′ primo tempo, 3′ secondo tempo
Para tutto quello che gli arriva, per la verità non sono tiri irrestitibili ma ferma bene Messi, Iniesta e Adriano. Quando non ci arriva lui, ci pensano i legni: anche fortunato, che non guasta.
Partita di sacrificio, come tutta la squadra. Se la cava bene, ma nel primo tempo perde due palloni sanguinosi che potevano risultare ben più dannosi.
Gara del riscatto per l’ex Bolton, finito nell’occhio del ciclone dopo l’andata contro il Napoli. Ferma tutto e tutti, da Messi ai palloni vaganti. Enorme partita.
Vale il discorso fatto per il suo compagno di reparto. Capitano che dà l’esempio con l’esperienza e senza arretrare di un centimetro.
Gara ottima in copertura, come sempre; e se davvero ha sfiorato quel tiro di Pedro, vale come una doppietta.
Si vede poco, la partita richiedeva che si sacrificasse in copertura e lo fa con diligenza, poi non ha la forza di impostare. Preziosissimo però il recupero che innesca l’azione del gol.
Lui invece a giocare il pallone ci prova, con risultati non esattamente ottimi perchè il Chelsea non riesce mai a ripartire.
Parte con un paio di entratacce che gli fanno rischiare la squalifica per il ritorno, poi si limita a stare dietro il pallone e aspettare gli avversari. Non memorabile.
Si vede una sola volta, quando prova a spizzare un pallone di testa non trovando la porta. Poi si perde.
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Mezzo voto in più perchè il suo gol può valere la finale. Dimostra cosa vuol dire essere un attaccante: un pallone buono, un gol, e poi tanto lavoro di sponda e sacrificio.
Preziosissimo nell’assist che manda in gol Drogba, per il resto si vede poco ma spesso è lui a far respirare la squadra, ed è prezioso anche in copertura.
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Non si può giudicare un portiere che non vede mai la palla, a meno che non si voglia malignamente dire che poteva parare il tiro di Drogba. Ma non si può dire.
Il suo l’ha fatto, spingendo novanta minuti sulla destra e facendosi un mazzo tanto anche in copertura. L’impegno non manca mai, qualche conclusione sballata.
Peserà tantissimo il suo scivolone sul gol di Drogba: sfortunato, ma non era piazzato bene. Per il resto, impeccabile.
Il solito leone che lotta da solo contro tutto un reparto. Non sbaglia niente, ma anche lui si fa sorprendere dalla ripartenza decisiva del Chelsea.
Schierato a sorpresa per la defezione di Pique, è sempre propositivo ed è quello che, legni a parte, impegna di più Cech con un bel tiro a giro.
Si passa sempre da lui, ma questa sera non è geniale come siamo abituati a vederlo. Troppo lento e banale nel far girare palla, ci voleva di più.
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Una gara giudiziosa e generosa macchiata dal missile sparato al bibitaro della curva a porta spalancata. Poteva essere il pareggio, se fosse stato rugby.
Tocca un miliardo di palloni e uno di questi è il cioccolatino che Sanchez manda sulla traversa. Anche lui non al meglio.
Sfortunato sulla traversa dove aveva fatto tutto bene, impacciato nell’errore da due passi, poi un fantasma.
( in 24 minuti più 3 di recupero fa il triplo di Sanchez. Il suo tiro sul palo meriterebbe sorte migliore)
Il suo l’ha fatto, ma da Messi ti aspetteresti sempre che la possa vincere quando vuole. Invece, se viene triplicato, è umano come tutti.
Spento, si divora un tap in pazzesco e ghiottissimo nel primo tempo, da lì in poi esce dalla gara e la lascia del tutto con la sostituzione.
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