Cancellare l’Europa League e far diventare la Champions League una sorta di Superlega europea che vedrebbe la partecipazione di ben sessantaquattro squadre, rispetto alle trentadue attuali. In estrema sintesi, è questo il progetto del presidente della Uefa, Michel Platini. L’ex campione francese vorrebbe rivoluzionare l’attuale assetto delle competizioni europee a partire dal 2016 (prima non si può, i format delle prossime stagioni sono già stati definiti), almeno secondo quanto ha riportato il popolare giornale tedesco Bild nella sua edizione on-line. Ovviamente un progetto del genere prevederebbe una profonda ristrutturazione della struttura del calcio europeo: innanzitutto, la riforma porterebbe da quattro a sei gli ingressi nella nuova Champions delle maggiori potenze europee (se le cose rimarranno come adesso, le prime tre Nazioni nel ranking, cioè ad oggi Spagna, Inghilterra e Germania), con un aumento anche per tutte le nazioni più importanti, dal momento che tutte le squadre che centreranno la qualificazione in Europa andranno in Champions – probabilmente con tutta una serie di preliminari in base ai piazzamenti. Questo permetterà però anche ai Paesi medio-piccoli di partecipare alla fase centrale della competizione senza fermarsi quasi sempre (salvo casi tipo Apoel Nicosia) ai preliminari. Il progetto di allargamento della Champions ad altre 32 formazioni nasce dalla mancanza di appeal per gli sponsor e anche per molte squadre partecipanti – su tutte le italiane, bisogna ammetterlo – della Europa League, ma anche più prosaicamente dalla necessità di Platini di aumentare il suo consenso. Il presidente dell’Uefa – scrive infatti la Bild – è un grande sostenitore delle piccole federazioni, e in particolare di quelle dell’Europa dell’Est, che riceveranno sostanziali benefici da questo allargamento (e a cui Platini ha già assegnato l’Europeo di quest’anno) e che sono proprio quelle che nel 2007 gli permisero di sedere sul trono dell’organo di governo del calcio continentale a scapito del suo predecessore, lo svedese Johansson. La riforma però sembra non piacere dai maggiori club d’Europa quali Barcellona e Bayern Monaco, che andrebbero ad affrontare un torneo davvero “pesante” e presumibilmente più lungo dell’attuale.
Questo induce anche a una riflessione sui destini dei campionati nazionali, che passeranno in secondo piano davanti a questa “Superlega”: insomma, questa maxi-riforma – se davvero vedrà la luce – dovrà essere pensata molto attentamente per valutarne l’impatto sul calcio europeo nel modo migliore.
(Mauro Mantegazza)
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