Stadio Olimpico di Kiev, ore 20.45, 1 luglio 2012, Italia-Spagna: può essere un’altra grande notte per tutta l’Italia. Giochiamo la finale degli Europei contro la Spagna, la nazionale designata fin dall’inizio per la vittoria del torneo: campione d’Europa e del mondo in carica, la più tecnica e qualitativa delle squadre presenti in Polonia e Ucraina. Si tratta naturalmente di una partita secca, dunque la formula, come al solito, prevede due supplementari da 15 minuti ciascuno se al 90′ dovesse esserci risultato di parità; quindi, non dovesse esserci ancora un vincitore, si procederà con la lotteria dei calci di rigore, che Italia e Spagna hanno già sperimentato in questi giorni, una volta per una. Per l’Italia si tratterebbe del secondo successo europeo dopo quello del 1968, a Roma; è la terza partecipazione dell’Italia a una finale continentale, l’ultima è datata 2000, e finì con una beffa che ancora oggi ricordiamo. Nelle otto occasioni precedenti – tra Mondiali ed Europei – nelle quali gli azzurri avevano centrato la finale, per cinque volte sono risultati vincitori alla fine, fallendo soltanto nel 1970 (Mondiale in Messico), nel 1994 (Mondiale americano) e appunto nel 2000, a Rotterdam. La Spagna invece è esplosa negli ultimi anni: prima del doppio exploit 2008 e 2010, la Roja era famosa per partire sempre forte ma uscire sempre presto. La Spagna infatti contava appena la finale europea del 1964 (vinta in casa) e, sempre agli Europei, quella persa nel 1984. Ci sono trenta precedenti tra le due formazioni: in vantaggio l’Italia con dieci vittorie a otto, oltre a dodici pareggi. L’Italia ha segnato 39 gol subendone 30. Il dato che ci lascia fiduciosi, ad ogni modo, è un altro: nelle manifestazioni ufficiali, in 92 anni le Furie Rosse non ci hanno mai battuto. Gli incroci più recenti e famosi, escludendo la gara del 10 giugno a Danzica (1-1, reti di Di Natale e Fabregas) sono tre: nel 1988, Europei in Germania, l’Italia battè la Spagna 1-0 con gol di Vialli (era il girone eliminatorio), nel 1994 ci affrontammo nei quarti di finale del Mondiale made in USA e vincemmo ancora noi, stavolta 2-1 con le reti di Dino e Roberto Baggio, partita passata alla storia per la gomitata di Tassotti a Luis Enrique, in piena area di rigore nel finale di partita, che l’arbitro non vide ma procurò al futuro allenatore della Roma la frattura del setto nasale. Infine, quattro anni fa a Vienna, finì 0-0 e fu la Spagna a qualificarsi per la semifinale, vincendo la lotteria dei calci di rigore. Da allora, l’Italia si è profondamente rinnovata, mentre la Roja è sostanzialmente rimasta la stessa squadra.
L’Italia si è qualificata per la finale con un percorso in crescendo, che l’ha vista migliorare sul piano del gioco di partita in partita. Inseriti nel gruppo C, gli azzurri hanno pareggiato all’esordio proprio contro la Spagna, ripetendo lo stesso risultato di 1-1 contro la Croazia (gol di Pirlo su punizione). Nel dentro o fuori contro l’Irlanda è arrivata la vittoria per 2-0 (Cassano e Balotelli), con qualificazione come secondi nel girone grazie anche alla correttezza della Spagna che ha giocato e vinto contro la Croazia (con 1-1 o 2-2 saremmo stati elminati). Nei quarti di finale, pur senza reti (0-0), l’Italia ha dominato l’Ighilterra, avendo la meglio ai calci di rigore nonostante l’errore iniziale di Montolivo. In semifinale, la partita perfetta contro lo spauracchio Germania, nuovamente battuta (2-1) con la doppietta di Balotelli. C’è aria di 2006, di Dortmund e Berlino, come hanno ricordato anche Pirlo e Buffon; al di là di dichiarazioni di facciata e volutamente ottimistiche, la sensazione è quella. Prandelli è imbattuto in partite ufficiali con la Nazionale: dieci vittorie e sei pareggi. Balotelli, dopo un avvio stentato che aveva innescato una serie di polemiche contro il suo utilizzo al posto di Di Natale, si è sbloccato: con tre gol ha già centrato il record di miglior marcatore italiano in una singola fase finale di un Europeo, avendo superato Casiraghi (1996), Filippo Inzaghi (2000), Totti (2000) e Cassano (2004). Lo stesso Supermario, vincendo questa sera potrebbe sollevare il nono trofeo prima dei 22 anni (3 scudetti, una Coppa Italia, una Supercoppa Italiana e una Champions League con l’Inter, una FA Cup e una Premier League con il Manchester City): l’impresa è riuscita solo a tre grandissimi come Pelè, Ronaldo e Messi. Sarebbe forse la consacrazione definitiva di un giocatore che finora ha fatto parlare di sè più per gli atteggiamenti trasgressivi che per le imprese sul campo. Invece Buffon, Pirlo, De Rossi e Barzagli, già vincitori a Germania 2006, potrebbero raggiungere Dino Zoff, che finora è l’unico italiano ad avere vinto sia un Europeo (1968) sia un Mondiale (1982).
La Spagna è campione d’Europa e del Mondo in carica, e vincendo questa sera centrerebbe la quarta vittoria in grandi tornei internazionali (c’è anche l’Europeo del 1964, vinto superando l’Unione Sovietica in finale). La formazione di Del Bosque, inserita nello stesso girone dell’Italia, dopo il pareggio iniziale contro gli azzurri ha travolto l’Irlanda per 4-0 con i gol di Torres (doppietta), David Silva e Fabregas, poi ha battuto la Croazia nel finale con la rete di Jesus Navas, qualificandosi al primo posto e incrociando la Francia, bestia nera degli ultimi anni (e non solo). La Roja ha sovvertito i precedenti andando a imporsi con una doppietta di Xabi Alonso (uno su rigore), poi in semifinale il pareggio a reti bianche contro il Portogallo, con affermazione ai calci di rigore (errore di Xabi Alonso ininfluente). La Spagna ha perso l’ultima partita di una fase a eliminazione diretta nel 2006: ottavi di finale del Mondiale in Germania, 3-1 subito dalla Francia. Da allora solo vittorie (o pareggi, con affermazioni ai calci di rigore) e, cosa ancor più incredibile, in queste partite, che sono 9, Casillas non ha mai subito gol. Per quanto riguarda invece questo Europeo, l’unico gol subito dagli spagnoli resta proprio quello di Di Natale all’esordio nel girone. Impressionante il dato, perchè ci dice che le Furie Rosse quando conta davvero sanno essere impenetrabili difensivamente. Non è stata l’edizione più brillante ed esplosiva della Spagna, ma forse preoccupa ancora di più il fatto che, nonostante i grandi palleggiatori iberici non abbiano convinto sul piano del gioco, la Roja si stia giocando la terza finale consecutiva. Nessuno ha mai vinto tre manifestazioni in fila: ci andò vicinissima la Germania che vinse Europeo 1972 e Mondiale 1974, ma poi perse la finale di Euro 1976 ai rigori, mentre la Francia campione mondiale nel 1998 e continentale nel 2000 fallì miseramente la spedizione asiatica nel 2002. La Spagna sarebbe la prima nazionale nella storia a riuscire nell’impresa, ed entrerebbe di diritto nella storia.
Partita aperta a ogni pronostico: è una finale, può succedere di tutto. Gianni Rivera (clicca qui per leggere l’intervista esclusiva) ci ha ricordato come la Spagna sia certamente migliore sul piano del gioco, ma l’Italia abbia fatto vedere le cose migliori in queste settimane. Piena fiducia anche da parte di Sandro Mazzola, altro protagonista del successo europeo del 1968 (clicca qui per l’intervista esclusiva). La partita ovviamente è sentitissima in entrambe le Nazioni, ed attira la curiosità anche dei campioni di altri sport: noi abbiamo “giocato” questa finale con i due piloti del Team Gresini in MotoGp (clicca qui per leggere l’intervista doppia a Michele Pirro ed Alvaro Bautista). La speranza è che prevalgano tutti i dati a favore degli azzurri, e che sia confermata la legge per cui non si riesce a vincere tre volte in fila. Le due squadre si conoscono, si sono affrontate esattamente tre settimane fa e, salvo cambi di modulo e uomini, non dovrebbero esserci grossissime sorprese a scompaginare le carte (clicca qui per leggere le probabili formazioni). Siamo a 90 minuti, forse 120 o forse qualcosa in più, da un’impresa che alla vigilia in pochi avrebbero detto possibile: ci crediamo tutti. Italia-Spagna, finale degli Europei 2012, sta per cominciare: segui e commenta la diretta sul nostro sito.
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