Ci siamo. All’Amsterdam ArenA, ore 20:45, Benfica e Chelsea si affrontano nella finale di Europa League 2012/2013. Siamo all’ultimo atto di una manifestazione lunghissima, iniziata nella sua fase finale con 12 gironi da 4 squadre ciascuno e un tabellone a eliminazione diretta partito dai sedicesimi di finale con l’ingresso delle otto eliminate dalla Champions League. Di cui Benfica e Chelsea sono due rappresentanti: entrambe sono arrivate terze nel rispettivo girone del “piano superiore”, e stasera si giocano un trofeo internazionale. Al di là della formula che forse sarebbe da rivedere, sarà grande spettacolo (o almeno si spera) sotto la direzione dell’arbitro olandese Kuipers. Il fischio d’inizio è alle 20:45,
“Il Benfica si è fatto un nome negli anni Sessanta e Settanta” ha esordito in conferenza stampa Jorge Jesus. “In questo ultimo periodo si è riguadagnato una reputazione. Abbiamo recuperato prestigio internazionale; è normale che il Chelsea sia favorito per quello che ha fatto in Europa rispetto a noi, ma questa è una finale e anche noi abbiamo ottime possibilità di vincere”. Il Benfica sabato ha perso 2-1 in pieno recupero lo scontro diretto in campionato contro il Porto, di fatto lasciando in mano ai rivali il titolo. “Non inciderà sul risultato”, promette Jorge Jesus. “Rispetto a quando ci hanno battuto in Champions League lo scorso anno hanno individualità migliori, giovani tecnicamente più forti. Sono più forti rispetto ad allora”. La formazione è sostanzialmente quella che è arrivata fino a qui; il dubbio è sempre sul modulo, perchè il Benfica può giocare con il 4-4-2, il 4-3-3 o il 4-2-3-1. Stasera addirittura l’ipotesi è quella di schierare un uomo (Matic) davanti alla difesa, in una sorta di 4-1-3-2 che nelle intenzioni limiti i trequartisti del Chelsea. Dovesse essre così, dietro ai due attaccanti Lima e Oscar Cardozo andrebbe a giocare Salvio, che questa coppa l’ha già vinta (due volte) con l’Atletico Madrid. In difesa non cambia nulla: André Almeida e Melgarejo sono i terzini, capitan Luisao fa coppia al centro con Ezequiel Garay. In porta c’è Artur, vecchia conoscenza del calcio italiano: ha giocato nella Roma di Luciano Spalletti e Claudio Ranieri. In mezzo al campo completano la squadra la concretezza di Enzo Perez e la fantasia di Gaitan.
Buone soluzioni anche in panchina, a cominciare da Pablo Aimar che quando vestiva la maglia del Valencia ha giocato e vinto la finale di Coppa UEFA (oltre alla Supercoppa Europea) ed è un po’ il leader tecnico della squadra pur con un minutaggio limitato. Poi Ola John e Rodrigo, due attaccanti che possono far cambiare passo alla squadra e aumentare l’imprevedibilità; per la difesa Jardel e Paulo Lopes, André Gomes è il jolly. Sono tutti calciatori dai piedi buoni, su questo punterà Jorge Jesus.
Assenza pesante quella di Maxi Pereira (squalificato), nazionale uruguayano colonna portante della squadra; tuttavia André Almeida si è dimostrato un cambio all’altezza e non c’è motivo di pensare che non sarà così anche questa sera.
“Se vinceremo sarò molto orgoglioso, perchè abbiamo lavorato duramente per questo obiettivo”, ha detto Rafa Benitez, che in Europa può vantare la vittoria di una Coppa UEFA e una Champions League. “Il merito è dei giocatori, ogni giorno rientro dagli allenamenti pensando che hanno fatto il loro meglio e il fatto che siamo ad Amsterdam a giocarci la finale ne è la prova. Da un po’ di tempo giochiamo due partite alla settimana, dobbiamo saperci adattare al fatto che la rosa è stanca e che infortuni e squalifiche aumentano. Abbiamo già svolto un grande lavoro e speriamo ora di poter fare qualcosa di più”. Benitez il prossimo anno non sarà piùà l’allenatore: i tifosi lo sopportano a stento, ma la verità è che a Stamford Bridge non ha lavorato male. “Penso sappiate tutti chi verrà qui a luglio”, aveva detto poco tempo fa: ieri però non ha voluto saperne di rispondere a domande su Mourinho o quello che farà lui. Concentrazione massima solo su stasera: John Terry potrebbe partire dalla panchina per un problema alla caviglia, in questo caso andrebbe in campo Ivanovic al centro insieme a Gary Cahill, con Azpilicueta sul versante destro e il recuperato Ashley Cole a sinistra. David Luiz, ex della partita e autore di due gol in semifinale, ormai gioca stabilmente da mediano al fianco di Frank Lampard (in partenza a fine stagione), la linea delle tre mezzepunte è composta da Juan Mata e Oscar che partono larghi e Ramires (non convocato da Felipe Scolari per la Confederations Cup) incursore centrale. La punta unica è Fernando Torres, sicuramente il giocatore che più ha beneficiato dell’arrivo del suo mentore Benitez in panchina.
I nomi ci sono: Marko Marin recupera in extremis e vive la gioia di essere in panchina dopo una stagione sfortunatissima, Youssi Benayoun ormai ha un’esperienza internazionale dichiarata, John Terry pur se infortunato è una risorsa in più anche se tenuto a gridare consigli ai compagni. I giovani Victor Moses e Bertrand (decisamente più il primo) ormai sono parte integrante del gruppo e hanno accumulato partite importanti con la squadra. Infine Paulo Ferreira, che con il Porto ha vinto Coppa UEFA e Champions League in due stagioni e quindi sa come si alza una coppa.
Benitez deve fare a meno dell’uomo di maggior classe, ovvero Eden Hazard: un’assenza pesante per il Chelsea, che nonostante questo ha la qualità per sopperire al talento del fantasista belga. Nessuno squalificato.
Artur; André Almeida, Luisao, Garay, Melgarejo; Matic; Salvio, Enzo Perez, Gaitan; Lima, Cardozo. All. Jorge Jesus
A disp: Paulo Lopes, Jardel, Luisinho, André Gomes, Aimar, Ola John, Rodrigo
Squalificati: Maxi Pereira
Indisponibili: –
Cech; Azpilicueta, Ivanovic, G. Cahill, A. Cole; David Luiz, Lampard; Mata, Ramires, Oscar; Torres. All. Benitez
A disp: Turnbull, Terry, Marin, Bertrand, Paulo Ferreira, Benayoun, Victor Moses
Squalificati: –
Indisponibili: Hazard
Arbitro: Kuipers