Il ritorno dei sedicesimi di Europa League, dopo il confortante 3-1 dell’andata, ha per la Fiorentina un valore di pura formalità. Una sorta di allenamento a porte aperte dove il pubblico viola può festeggiare il passaggio agli ottavi. L’avversario era modesto, non serve nascondersi, ma i toscani non sono scesi in campo con un giusto atteggiamento nella sfida di stasera. In difesa male Compper autore di due errori gravi uno dei quali ha portato anche gli sopiti a pareggiare. In attacco non ha brillato Gomez ma c’era da aspettarlo da uno rientrato titolare dopo mesi di inattività. Chi invece ha disputato un buon match è stato Ilicic, autore del gol partita; non male anche Pizarro, cervello di questa squadra, e Borja Valero, osannato dal pubblico dopo l’ingiusta squalifica rimediata.
Nell’Esbjerg il collettivo si salva e in pochi finiscono sotto la sufficienza. Tra questi sicuramente il portiere Dubravka, male nella punizione del vantaggio viola, e Knudsen, spesso in difficoltà nel primo tempo. Ok il neo entrato Vestergaard e i due Andersen. Finisce in ogni caso in parità una gara che proietta gli uomini di Montella già agli ottavi di finale dove ad aspettarli ci sarà la temibile Juventus di Antonio Conte. Quello no, non sarà un match che potrà essere giocato con questo spirito: lì servirà la migliore Fiorentina.
Dopo un primo tempo macchiato da un mancato giallo ad Anderson e un fuorigioco dubbio su Gomez, nella ripresa non sbaglia niente. Solo un cartellino giallo tirato fuori e decisione azzeccata. A non dare sicurezza sono invece i suoi assistenti.
La Fiorentina ospita al Franchi di Firenze il modestissimo Esbjerg, squadra danese già sconfitta all’andata per 3-1 e con pochissime possibilità di riaddrizzare un confronto ormai ampiamente deciso. Una pura formalità, in teoria, per gli uomini di Montella che vogliono reagire alle ultime polemiche in Serie A facendo bene nel palcoscenico internazionale. Il pubblico viola ha già la testa agli ottavi di finale di Europa League dove, a meno di ribaltoni clamorosi, dovrebbe esserci la Juventus. La Fiorentina si schiera con un 4-3-3; in porta turno di riposo a Neto sostituito da Rosati (sv), linea difensiva a quattro con Roncaglia (6.5), Rodriguez (6), Compper (6) e Pasqual (6). A centrocampo spazio ad Ambrosini (6.5), fin qui poco utilizzato in campionato anche per numerosi problemi fisici dell’ex Milan, Pizarro (6.5) e Borja Valero (6), giocatore finito nell’occhio del ciclone dopo la lunga squalifica ricevuta a Parma. Davanti si rivede Gomez (6) supportato da Ilicic (6) e Matos (6). L’Esbjerg risponde con un 4-4-2 volto a coprirsi il più possibile per evitare di incorrere in goleade mostruose. Dubravka (6) fra i pali con Laursen (6), Luceana (6), Drobo-Ampem (6.5) e Knudsen (5.5) a difendere. Rasmussen (6.5), Bergvold (6), J.Andersen (6) e Nielsen (6) hanno il compito di ostacolare la costruzione della manovra dei toscani mentre il tandem Pusic (6.5) – Van Buren (6) dovrebbe creare problemi dalle parti di Rosati. L’inizio è però diverso dalle aspettative; ritmo basso e poche occasioni per entrambe le squadre. La Fiorentina preferisce cercare il lancio lungo per Gomez e non il classico fraseggio a centrocampo con i suoi palleggiatori. Ne consegue che l’Esbjerg si chiude dietro e azzarda, di tanto in tanto, un timido pressing in zona offensiva. Unico sussulto iniziale è un tentativo di Ilicic pericolosamente deviato da due difensori prima di finire in corner per il resto sono proprio i danesi a farsi apprezzare con una bella triangolazione non chiusa da Pusic giunto in area toscana. Il fraseggio degli uomini di Montella è molto macchinoso e complesso e non possono bastare i lenti lanci per gli inserimenti di Ambrosini per rompere l’inerzia del match. Qualificazione non a rischio ma spettacolo non ottimale per i circa 15 mila supporters locali giunti allo stadio. La fiammata della Fiorentina arriva poco dopo la mezz’ora con una bella azione costruita sull’out mancino; tacco magico di Borja Valero per la sovrapposizione di Matos che entra in area di rigore, salta un avversario e spara in porta dove l’estremo difensore fa sua la sfera da terra. Poco dopo un tiro di Pizarro in seguito all’attuazione di uno schema da corner termina alto non di molto. Finisce in parità uno spento primo tempo che ha regalato davvero poche emozioni. Ci si aspettava una Fiorentina arrembante invece i viola hanno giocato quasi con il ferro a mano tirato. Notevoli progressi per la squadra danese che, nonostante non abbia creato nulla si è saputa ben disporre in campo a differenza dell’andata. La qualificazione è in cassaforte ma quanto fatto vedere questa sera non è un bel vedere per i tifosi giunti allo stadio. Squadra snaturata; niente passaggi a terra, sì a lanci lunghi a cercare Gomez o gli inserimenti di Ambrosini. Tattica che non paga perchè oggi la difesa avversaria non è “ballerina”.
Sembra sempre lento il cileno invece è il cervello e la pedina più importante della Fiorentina. Imposta le trame viola e sfiora il gol con un tiro terminato fuori non di molto. Quando i passaggi sono a terra, le possibilità di far male aumentano. Comprensibile che non fosse al top della forma visto il grave infortunio subito. In ogni caso l’ex Bayern non si è reso protagonista di una sfida entusiasmante contro una difesa notoriamente molto allegra come quella danese. In un undici che ha giocato bene lui è uno dei meno lucidi. Siamo comunque sulla sufficienza. Bei progressi rispetto al mattch di andata dove i danesi erano letteralmente stati inghiottiti dalla macchina da gol viola. Questa sera la difesa ha retto bene e il centrocampo ha fatto filtro. Utopia cercare il colpaccio, più realistico il voler far bella figura. Per adesso questa simpatica squadra ci sta riuscendo. Forse il fratello dell’impacciato difensore del match di andata. Questa sera il centrale danese non lascia passare niente, controlla a vista Gomez e interviene con ottime chiusure. Se avesse giocato in Danimarca come stasera… In una squadra che ha giocato una discreta partita visto il proprio tasso tecnico, quello che più ha sofferto è stato lui. Ilicic ha tratti lo ha mandato in confusione. Viene pure ammonito. ARBITRO (STRAHONJA) 6.5 Gara agilissima da dirigere. Nessuna occasione e ancor meno contrasti cattivi. Unici dubbi: giallo non dato ad Andersen per un fallo su Matos e chiamata di un fuorigioco dubbio su Gomez. Se la cava bene.
Fiorentina
Non gioca spesso ma stasera si dimostra all’altezza della situazione in un paio di circostanze. Bravo a respingere su Vestergaard e attento in un paio di uscite. Non può nulla in occasione del pari.
Cattivo (agonisticamente parlando) quanto basta per riuscire nella facile impresa di fermare gli attacchi ospiti. Contro i danesi se la cava bene. Ci mancherebbe altro che uno come lui soffrisse per così poco. Finchè gioca lui di pericoli ce ne sono pochissimi.
Minuti importanti per trovare continuità e preparare al meglio la partita di campionato del week end. Esce e lascia il suo posto a Tomovic. ( Quando entra lui paradossalmente i danesi cambiano atteggiamento ed iniziano ad attaccare. Se la cava come può).
Bocciatura netta per questo ragazzo che nella ripresa stacca la spina. Prima si fa soffiare un pallone pericoloso al limite della sua area poi si fa saltare come un principiante da Vestergaard in occasione del pareggio finale.
Il capitano che sia una finale o una gara come questa ci mette sempre tutto sè stesso. Subisce qualche colpo di troppo ma al Franchi non si lamenta nessuno del suo rendimento ().
L’ex Milan è uno di quelli abituati a calpestare i palscoscenici dell’Europa. Di testa le prende tutte lui, prova qualche inserimento ma poi è costretto a dare forfait. Altro gettone che comunque incrementa una carriera di tutto rispetto fino alla sostituzione nel secondo tempo ( Non male questo ragazzo che gioca bene sia in fase difensiva che in quella offensiva. Nel finale spreca però in malo modo il pallone del possibile 2-1).
Imposta alla grande e alcuni suoi lanci lunghi per Gomez sarebbero anche intelligenti ma la partita era da preparare diversamente visti i problemi del tedesco. Dopo un buon primo tempo cala nella ripresa. Le cose migliori le fa quando riesce a distribuire i palloni a terra.
La squalifica rimediata in campionato brucia quindi lo spagnolo scende in campo con gli occhi della tigre e fin da subito si nota la sua determinatezza. Sale in cattedra nella ripresa e sfiora il gol.
Il ragazzino sta prendendo sempre più confidenza con i propri compagni e la sensazione è che ha ancora molti colpi in canna da sparare. Questa sera però il 21enne alterna luci e ombre.
Toh, chi si rivede! L’ex Bayern torna titolare dopo un lungo infortunio. Un attaccante come lui ha sempre fame di gol ma la forma manca e si vede. Forse andava sostituito ma Montella decide di fargli giocare tutta la partita.
Di gara in gara cresce sempre di più. Finalmente Montella ha una valida alternativa per il suo gioco offensivo anche se l’assenza di Rossi si farà sentire ancora per molto. Segna il gol del momentaneo vantaggio e rischia di siglare una personale doppietta.
Gli ottavi di finale ci sono. Per una valutazione più accurata bisogna però attendere avversarie di un altro blasone. Certo è che stasera non può essere soddisfatto dei suoi ragazzi, troppo confusi di fronte ad Esbjerg modesto.
(Federico Giuliani)
Esbjerg
Disputa una buona gara poi rovina tutto nell’azione del vantaggio della Fiorentina. Resta immobile dinnanzi alla battuta di Ilicic che porta la Fiorentina sul momentaneo 1-0.
Gara onesta, senza infamia ne lode. Non va quasi mai in affanno dietro anche se in zona offensiva non si vede praticamente mai. È già qualcosa di fronte ad una signora avversaria come la Fiorentina.
La coppia difensiva che aveva fatto un disastro all’andata si ripete in modo positivo questa sera. Bene ma meglio il suo compagno di reparto.
Conferma quanto di buono fatto vedere nel primo tempo. Ok in marcatura su Gomez e attento su ogni pallone alto. Rischia un’autorete nella ripresa ma il destino lo salva.
Il più in difficoltà dei suoi. Ilicic lo punta spesso e lui quasi sempre rimane paralizzato dalle finte dello sloveno. Migliora con il passare dei minuti anche se non arriva al “sei”.
Finchè è in campo gioca una gara di buon livello. Recupera palloni e fa ripartire i suoi ma un infortunio lo toglie di mezzo a fine primo tempo ( Entra e si nota un progresso nell’azione offensiva dell’Esbjerg. Proprio lui crea la palla gol più pericolosa nella ripresa e segna il bel pareggio in extremis; tunnel e sinistro preciso a battere Rosati).
Picchia e tampona ogni falla nel centrocampo danese. La qualità è modsta ma il veterano degli ospiti fa tutto quello che può fare per mettere il bastone tra le ruote dei viola.
Buona abilità nella costruzione delle azioni che si affina minuto dopo minuto. Esce nella ripresa ma non demerita ( Scampoli di gara dove assiste da vicino al pareggio della sua squadra).
Quantità e qualità in questo giocatore che rischia di segnare un gran gol; veronica dal limite e conclusione fuori non di molto. Troppo falloso in certe situazioni.
Parte bene poi sembra nacsondersi dietro le maglie dei viola. Inevitabile la sua sostituiozne quando non riesce più a dettare la profondità ( Riesce a dare il suo contributo alla causa anche se spesso effettua il classico lavoro oscuro).
van BUREN 5.5 Si vede troppo poco per riuscire ad impensierire la retroguardia viola. La corsa e i movimenti ci sono ma pe ril resto deve concretizzare di più le azioni della sua squadra. Un attaccante, d’altra parte, deve segnare…
Eliminazione di fronte ad un avversario più forte ma comunque con onore. Al Franchi l’Esbjerg si difende bene e porta a casa uno storico pareggio. Squadra ordinata e compatta. Se all’andata i suoi avessero giocato come stasera sarebbe stato diverso.
(Federico Giuliani)