Ecco le pagelle di Napoli-Swansea, partita finita 3-1: i partenopei passano il turno soffrendo, grazie ai gol realizzati da Insigne, Higuain e Inler. Affronteranno il Porto agli ottavi di finale, in un altro incrocio per nulla semplice. Voto partita, 8: spettacolo e divertimento, fino all’ultimo secondo, e non per modo di dire. Si affrontano due squadre con i piedi buoni e le difese ballerine, e tradotto per gli spettatori ciò significa divertimento. Il Napoli quando fa girare i suoi funamboli è uno spettacolo, lo Swansea con le sue geometrie a mille all’ora è esemplare e bellissimo da vedere. L’ultimo quarto d’ora, poi è da cardiopalma: per spiegarlo non basterebbero gli highlights, figurarsi una pagella scritta. Voto Napoli, 7: bene, ma che fortuna. Comunque bravo a battere una squadra molto ostica, temibile e insidiosa. A maggior ragione, dopo la gara di oggi, per non aver subito gol in trasferta. Gli azzurri traballano parecchio in difesa, il centrocampo gira a sprazzi mentre l’attacco si basa sul pauroso Higuain e sull’illuminato Insigne. La mezzora a cavallo dell’intervallo è brutta per l’atteggiamento, timoroso, impaurito e impacciato. La reazione finale è stupenda. chapeau. Esce a testa altissima. Qualche errore da registrare dietro, è vero, ma là davanti, come direbbe Strama, tanta roba. Un’orchestra splendida da sentire suonare. tiene nei ranghi una partita che poteva regalare tensioni e nervosismi. Ottimo nella gestione dei cartellini e a non cascare nella simulazione di Tiendalli.



Con l’Italia ormai compromessa, il Napoli deve guardare al continente per trovare un obiettivo all’altezza delle aspettative di inizio stagione: è qui che entra in gioco l’Europa League, competizione spesso snobbata ma quest’anno diventata di colpo molto più interessante. Di traverso, però, ci si è messo il tosto Swansea, squadra britannica che gioca alla spagnola, abile con il palleggio e i contropiede. Un po’ come il Napoli del resto; e non è l’unica caratteristica comune: entrambe le difese ballano parecchio. Benitez prova a rimediarvi dando ancora fiducia a Henrique, neoacquisto, affiancato ad Albiol davanti a Reina; esterni bassi Maggio e l’altro volto nuovo Ghoulam; gli svizzeri Inler e Behrami in mediana, Insigne, Pandev e Callejon trequartisti e il rovente Higuain davanti, con Hamsik e Mertens pronti a entrare. Passano pochi minuti, e Insigne dimostra di essere in ottima serata: già al quinto minuto, infatti, il talentuoso folletto azzurro si esibisce in un’ottima azione in solitaria coast to coast, ma si fa ingolosire dagli spazi e prova il tiro da lontanissimo, mettendo la palla fuori. Al 12′, però, si fa sentire anche lo Swansea, anzi, i gallesi sfiorano il vantaggio di pochi centimetri, quelli che separano la palla dalla linea di porta nel momento in cui Albiol salva sulla riga il pallonetto di Emnes su ripartenza fulminea. Lo scossone dà la sveglia ai partenopei, che cominciano ad attaccare con più insistenza: e se al 15′ Higuain calcia a lato un pallone che sembrava già in rete, un minuto dopo Insigne non fallisce, beffando con un sombrero il portiere avversario e capitalizzando al massimo l’assist di testa del Pipita. Il vantaggio spegne un po’ il Napoli, che col passare dei minuti subisce lo Swansea, fenomenale nel trovare varchi in cui fiondarsi a tutta velocità in contropiede: il varco giusto lo trova Bony al 30′, liberando alla perfezione De Guzman che, entrato in area, fredda Reina di sinistro. Lo svantaggio demoralizza ulteriormente i padroni di casa, che in virtù di questo risultato sarebbero eliminati. Lo Swansea lo capisce e prova ad approfittarne, ma Bony, Rotuledge e Pablo hernandez non trovano l’angolino giusto. Napoli quindi ancora salvo, ancora in partita, ma più volte ad un passo dal subire il colpo del k.o.: Benitez dovrà essere convincente negli spogliatoi… l’impressione è che ogni ripartenza possa essere quella giusta. La realtà, è che succede una volta ogni tre. E dietro, che lacune… un lavoro incredibile, soprattutto come rubapalloni, anche se spreca un gol clamoroso. spento e fuori dal gioco, non dà profondità. che personalità! Affronta il Napoli a viso aperto, e ad ora, ai punit, vincerebbe facilmente. anche lui propizia le occasioni dei suoi con un grande lavoro di sponda e appoggi.  è disastroso nel primo quarto d’ora.



Reina, 8: il finale è pazzesco. Una parata clamorosa su Tiendalli, e due o tre uscite alte decisive.

Maggio, 5.5: timido e timoroso per tutta la gara.

Henrique, 5.5: alterna buone cose, a uscite imbarazzanti. ha ancora tanta gavetta da fare.

Raul Albiol, 6: decisamente meglio, anche se spesso lascia a desiderare. Comunque, salva un gol fatto sulla linea.

Ghoulam, 4: apporto dinamico pari a zero, da fermo è ancora peggio: tre punizioni, tre obbrobri.

Inler, 6: tanta buona volontà, ma spesso il cervello non è connesso. Il gol è proprio facile facile.

Behrami, 6: anche lui alterno, recupera buoni palloni e ne spreca di peggio con tiri e sgroppate palla al piede che proprio non gli si addicono.



Insigne, 7: grande serata, un gol pazzesco e, finché resta in campo, è il migliore dei suoi, o almeno il più pericoloso. Pandev, 5: vaporoso, impalpabile…inutile.

Callejòn, 5.5: anche lui come Pandev non si avverte.

Higuain, 8: partita incredibile: nel primo tempo lotta alla grande, pressando su ogni pallone e recuperandone diversi, oltre ad aprire spazi e a creare azioni pericolose. In più, guarda caso, il gol decisivo è suo, così come sua è l’azione che porta al terzo gol. Ma un neo: come ha fatto a sbagliare quel gol nel finale?

Hamsik, 6.5: entra e, in un modo o nell’altro, la squadra prende coraggio. Non è che faccia nulla di clamoroso, ma basta la sua personalità per alzare il baricentro.

Mertens, 7: è lui il cambio decisivo: dà una sterzata alla fase offensiva partenopea, con un paio di strappi in velocità che esauriscono la benzina degli avversari. Uno di questi, del resto, propizia il 2-1.

Britos, s.v.

All. Benitez, 6.5: si può dire di tutto, ma alla fine questa partita la vince lui, con il cambio Insigne-Mertens. Ma lui stesso l’aveva complicata, mettendo titolare un abbastanza spaesato Henrique. Luci e ombre, come il suo Napoli del resto.

Vorm, 6: nessuna colpa in occasione dei gol, bell’intervento nel finale su Hamsik.

Tiendalli, 6: buona prestazione, spinge con costanza ed è pericolosissimo davanti con un colpo di testa parato per miracolo da Reina.

Chico Flores, 5.5: parte bene, concentrato, poi subisce la fisicità da Higuain.

Williams, 5.5: anche lui come il collega, spaesato dagli spostamenti dell’argentino.

Davies, 5.5: inizia malissimo, quando è il punto debole della retroguardia. Poi si riprende, merito anche di Callejon che si eclissa.

Canas, 6.5: tanto lavoro oscuro per recuperare e sostenere un attacco altrimenti sbilanciatissimo. de Guzman, 7: è ovunque, difende, attacca, segna, cross…grande prestazione.

P. Hernandez, 6.5: primo tempo fantastico, ripresa un po’ meno. Tanta corsa e intelligenza tattica.

Routledge, 6.5: prestazione in crescendo, veloce e scattante, oltre che bravo coi piedi.

Emnes, 7: anche lui, nel primo tempo, è di un altro pianeta. Corre a più non posso, taglia intelligentemente da qualsiasi posizione, e tratta la palla con un’educazione non comune. Sfiora anche un gran gol in pallonetto.

Bony, 7: è un toro, difficile definirlo diversamente. Non si sposta nemmeno se spinto da due giocatori, ma allo stesso tempo è agile e scattante. Prenderebbe anche di più, ma si mangia un gol di testa che a ripensarci…

Pozuelo, 6: entra nel marasma finale, non si distingue più di tanto.

Taylor, 5.5: entra per coprire le ripartenza, ma il Napoli segna…quindi?

Dyer, 6.5: rifornisce di freschezza le ripartenze della sua squadra. Ma Bony spreca tutto, e il sogno si spegne.

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