Il Torino fa quello che può ma l’1 a 0 non basta con lo Zenit e i Granata salutano a testa alta la competizione continentale. Nel primo tempo i Russi cercano di addormentare il match sin dai minuti iniziali attraverso un lungo e sterile possesso palla, tanto da costringere la squadra di Ventura a tentare qualcosa da fermo, prima con una punizione fuori di pochissimo calciata da Farnerud al 17′, poi con un tiro di Quagliarella al 35′, deviato in angolo. Sugli sviluppi di questo corner, Maxi Lopez manca clamorosamente la conclusione e la difesa avversaria si salva così come al 38′, quando anche Quagliarella si divora un’opportunità colpendo debolmente di testa. Ad inizio ripresa, al 49′, viene giustamente annullato per fuorigico il goal realizzato da Glik e bisogna attendere il 78′ per una nuova azione italiana, quella che da il via allo show di Lodygin: il portiere di Villas-Boas compie infatti due interventi miracolosi sulla doppia chance di Martinez e Gazzi. Al 90′ arriva finalmente la rete del Torino con capitan Glik a portare avanti i suoi di testa sul corner battuto da Bovo ma questa sera sembra tutto più complicato del solito e ci pensa Lombaerts a disinnescare sulla linea l’ultimo tentativo di Maxi Lopez al 92′. La formazione del presidente Cairo avrebbe sicuramente meritato di più per quanto fatto vedere in tutti i 180 minuti di questo ottavo di finale, lasciando grandi rimpianti anche in merito alla prematura espulsione di Benassi nella gara d’andata.
Impossibile non sperare in una qualificazione del Toro per il modo in cui è stata affrontata la partita al cospetto del non gioco attuato dallo Zenit. I sei minuti di recupero sono stati da cardiopalma.
Consapevole della situazione, la squadra cerca di lanciare il cuore oltre l’ostacolo ma la fortuna non l’assiste.
Gara votata all’attesa e allo sfiancamento dell’avversario. Strategia snervante anche se vincente.
Nel primo tempo permette che Witsel giochi a pallavolo, lasciando poi correre anche in altre situazioni che avrebbero meritato il cartellino giallo, utilizzato comunque in maniera copiosa.
Primo tempo: Allo Stadio Olimpico di Torino i Granata giocano un buon primo tempo ma rimangono fermi sullo 0 a 0 contro lo Zenit di San Pietroburgo. Inizio dai ritmi davvero bassi, in cui gli ospiti cercano di addormentare la partita tramite un prolungato possesso palla ed ogni tipo di perdità di tempo, come dimostra il portiere Lodygin ad ogni rinvio. Il Toro suona la carica con due calci da fermo, prima con Farnerud, a fil di palo al 17′ e poi con Quagliarella al 35′, deviato in corner. Sugli sviluppi di quest’angolo si scatena una gran confusione in area anche se nessuno dei giocatori di Ventura riesce a colpire in modo incisivo e al 38′ Quagliarella si divora un’altra grande occasione: sull’assist dalla sinistra di Farnerud, il numero 27 colpisce debolmente di testa regalando una facile parata a Lodygin. Non deve cadere nelle sabbie mobili dello Zenit ed aggredire di più, con anche una maggior cattiveria e precisione agonistica. Spezza il gioco avversario nel mezzo consentendo la nuova manovra. Appare incerto in un paio di occasioni, spingendo Hulk a cercare di sfondare dalle sue parti. Controlla senza troppi rischi l’avversario, forte del 2 a 0 dell’andata. Non sbaglia un passaggio fludificando il possesso pallo soporifero della squadra. Inserito dal primo minuto come ulteriore barriera a centrocampo, sbaglia qualche appoggio di troppo permettendo i break degli Italiani. (Alessandro Rinoldi)
Torino
Spettatore non pagante, conclude la serata senza sporcarsi i guanti.
Sente la tensione del match e per poco non combina un guaio nel primo tempo.
A questo Toro servirebbero 10 Glik su ogni calcio da fermo. Lotta come un leone senza mai perdersi d’animo come dimostra il suo goal al 90′.
Tiene bene ma anche lui sembra un po’ nervoso, cadendo sulle furbate di Hulk.
Spinge come guidasse un motorino, a volte sprecando per la troppa foga.
S’impegna molto cercando per primo la porta al 17′ senza fortuna. Avrebbe meritato di più per la sua intraprendenza ma lascia al 64′ per un problema fisico.
Buon primo tempo a centrocampo anche se col passare dei minuti perde lucidità.
Questa sera ha fatto mancare completamente il suo solito prezioso contributo alla squadra.
Offre grande spinta in fascia spendendo tantissimo.
Manca due chance non semplici ma comunque importanti.
Anima l’attacco granata. Tuttavia non chiuderà occhio pensando all’occasione del 38′.
Entra al posto di Farnerud mettendo a disposizione la sua grande tecnica e precisione regalando anche l’assist per il goal di Glik.
Inserito per creare scompiglio al posto di uno spento El Kaddouri.
Si sbraccia per difendere il pallone e creare qualcosa ma per l’arbitro le sue giocate sono irregolari.
All. VENTURA 6,5 Disegno tattico preciso e senza macchie che avrebbe meritato un destino migliore.
Zenit San Pietroburgo
Decisivo e spettacolare al 78′ sul doppio tentativo di Martinez e Gazzi.
Passeggia per la fascia destra accaparrandosi punizioni a favore quando il gioco si fa duro.
Teatrale ma comunque efficace nel farsi premiare dall’arbitro.
Chiude ottimamente sfruttando il suo fisico.
Si preoccupa di giocare solo quando il diretto avversario attacca la sua zona e ne esce spesso vincitore.
Pasticcia un po’ nel corso del primo tempo senza però fare regali importanti al Torino. Nella ripresa riordina le idee in modo efficace.
Estremamente preciso nel servire i compagni, incappa in qualche fallo di troppo e cerca, fallendo, di calciare in porta.
Sembra non prendere seriamente l’impegno di questa sera lasciandosi sfuggire qualche facile controllo e non mettendo in luce la sua potenza.
Svaria per il campo sul pressing di Gazzi a tentare di far girare palla.
Prestazione totalmente incolore al rientro dall’infortunio.
Maldestro e violento, le sue reazioni meriterebbero qualcosa di più del giallo.
Prende il posto del superfluo Shatov per coprire il reparto centrale.
Entra all’87’ ma fa in tempo a salvare sulla linea il possibile 2 a 0 del Torino.
All. VILLAS-BOAS 6 Aspetta in maniera rischiosa i Granata sperando di poterli eventualmente colpire in contropiede con ripartenze che non si concretizzano mai.
(Alessandro Rinoldi)
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