Oro e argento nello skeet di tiro a volo con Diana Bacosi e Chiara Cainero alle Olimpiadi di Rio 2016, una doppietta che passerà alla storia. Le due atlete italiane hanno fatto grandi cose a Rio, con un valore aggiunto: sono entrambe mamme, l’emblema della “normalità” sul palcoscenico più importante. Tanto spazio al tiro al tiro a volo nelle loro vite, ma senza rinunciare alla famiglia e agli affetti più importanti. Campionesse di uno sport che ci sta dando grandi soddisfazioni se ricordiamo poi l’oro di Gabriele Rossetti e gli argenti di Marco Innocenti e dell’eterno Giovanni Pellielo, oltre ai due ori di Niccolò Campriani, anche se in questo ultimo caso parliamo di tiro a segno. Diana è nata in provincia di Terni, si è arruolata nell’esercito, ora abita nel senese. Città della Pieve, Pomezia, Cetona: tre città che hanno esultato per le sue imprese. L’abbiamo sentita direttamente da Rio, dove Diana Bacosi si trovava ancora dopo il suo meraviglioso oro olimpico. Eccola in questa intervista esclusiva per IlSussidiario.net.
Si aspettava questo oro? No, sinceramente. Però ho fatto tanto per arrivarci, per conquistarlo.
Dove ha costruito il suo successo? Col lavoro quotidiano, con tanto allenamento all’Associazione di Tiro a volo della Bottaccia di Castel di Guido.
Come si è preparata per le Olimpiadi? Con l’aiuto fondamentale del mio allenatore personale Andrea Benelli, già oro ad Atene. Ho curato anche la parte fisica nel periodo invernale, oltre a quella del tiro.
Chiara Cainero è stata una degna rivale… Direi proprio che l’ha dimostrato con il suo bellissimo suo argento.
Una doppietta che farà epoca nel tiro a volo, che valore ha per le donne italiane essendo entrambe mamme? Abbiamo fatto qualcosa di davvero molto importante. Sono molto contenta di questo. Abbiamo dimostrato che si può fare qualsiasi cosa, speriamo di essere un esempio per tutte le donne italiane che vogliono far bene in qualsiasi campo contro ogni tipo di discriminazione.
E poi Rossetti oro anche lui nello skeet e le tante medaglie dal tiro, compreso Campriani nel tiro a segno… Nel tiro siamo davvero forti, abbiamo conquistato tanti ori, tante medaglie: siamo veramente una potenza. Qualcuno purtroppo si dimentica di noi troppo spesso…
Cosa ci vuole per essere delle grandi campionesse? Allenamento, sacrificio, una famiglia che ti aiuti a iniziare questo sport. Devo ringraziare mio padre, poi Stefano Sebastiani che è stato il mio primo maestro e l’esercito italiano di cui faccio parte adesso. Ora vivo a Pomezia e appena posso vado a Cetona, dove risiede la mia famiglia.
Ha pianto quando ha vinto… Mi sono emozionata, è stata una cosa troppo bella questa medaglia d’oro.
Adesso pensa già alle prossime Olimpiadi? Sarebbe bello esserci a Tokyo e poi speriamo in Roma 2024, se ci sarà. Intanto nell’immediato punto al campionato italiano e alla Coppa del Mondo.
Cosa consiglia a qualche ragazzo che voglia iniziare il tiro a volo? La prima cosa che deve fare è andare in un poligono o in un’associazione dove si fa questo sport. Non deve avere paura e provarci.
Consiglierebbe a suo figlio di farlo? Sarà libero lui di decidere.
A chi dedica questo oro? Alla mia famiglia che mi ha sempre aiutato e sostenuto in questi anni per fare questo sport. Anche grazie a loro sono arrivata fino a qua. (Franco Vittadini)