Al termine dei primi 45 minuti allo stadio Luzniki il Barcellona ha già in mano il pass per gli ottavi di finale. 3-0 il vantaggio blaugrana sullo Spartak Mosca che, nonostante uno stadio gremito (80.000 posti e una grande coreografia) e qualche iniziativa nei primi minuti, è evaporato presto, lasciando strada libera ai palleggiatori spagnoli. L’impronta iberica portata da Unaj Emery si vede in certe ripartenze e in certi tocchi di prima a liberare gli uomini d’attacco, ma ci sarà un motivo se l’ex allenatore di Almeria e Valencia non ha mai battuto i catalani: non avere gente come Xavi, Iniesta e Messi alla lunga diventa un problema, specie se ci giochi contro. E’ così che i russi hanno anche avuto qualche bella opportunità (un sinistro di Kombarov da azione di calcio d’angolo, un destro di Emenike che non ha trovato la porta a pochi passi da Victor Valdes in uscita) ma hanno subito tre gol sulle poche accelerazioni reali del Barcellona, che per il resto è parso controllare la gara e giocare con il cronometro più che voler fare goleada. Unaj Emery sceglie il 4-2-3-1 con Emenike unica punta, ma la vivacità di Jurado e Kiril Kombarov alle sue spalle (insieme ad Ari), proteggendo la mediana con Rafael Carioca ma dandole anche qualità con l’ex Lione Kallstrom. Nel Barcellona tutto confermato, senonchè Puyol va in panchina e al suo posto gioca Mascherano, con Iniesta davanti insieme a Messi e Pedro e Fabregas un po’ centrocampista di raccordo e un po’ falso nueve come visto nella Spagna campione d’Europa. Il Barcellona attacca ma sembra non riuscire a trovare il guizzo giusto: anche Messi viene fermato due volte da un attento Insaurralde. E’ un fuoco di paglia: ci vogliono16 minuti a Dani Alves per indovinare l’angolo alla destra di Dikan con un collo di controbalzo su passaggio arretrato di Messi, che si era incuneato in area ma non era riuscito a girarsi in tempo utile. Il gol sembra svegliare soprattutto lo Spartak Mosca, che ha le due occasioni di cui sopra e riesce ad allungarsi per ripartire; ma Mascherano è strepitoso in due o tre circostanze a fermare gli attaccanti russi. Così i blaugrana riacquistano fiducia, e a chiudere l’incontro – o quantomeno ci siamo vicini – ci pensa Messi, con le reti numero 79 e 80 del 2012: siamo a cinque dal record di Gerd Muller, timbrato nel 1972. Prima un destro sporco a ribattere una respinta di Dikan su tiro di Iniesta, poi un inserimento centrale dei suoi con portiere superato in dribbling e appoggio in porta. Il Barcellona in questo momento ha 12 punti, e c’è anche la matematica a sancire la qualificazione agli ottavi di finale; lo Spartak Mosca sarebbe eliminato mestamente, ma c’è ancora tutto il secondo tempo per provare un’improbabile ma non impossibile rimonta.



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